Allarme sicurezza: "Rischio ritorsioni ai simboli cristiani"

«Azioni ritorsive, anche isolate», che potrebbero essere messe in atto «da parte di elementi legati alle rete di Al Qaeda e ad altre formazioni fondamentaliste». Ma anche da «fanatici» senza nessuna organizzazione alle spalle, che potrebbero prendere di mira personalità di governo e simboli della cristianità. Eccolo il rischio che corre l'Italia, a 48 ore dal blitz in cui è stato ucciso Bin Laden in Pakistan. L'analisi degli 007 e dell'antiterrorismo è contenuta nella circolare che il Dipartimento di Pubblica Sicurezza ha inviato a questori e prefetti chiedendo di innalzare «al massimo» la vigilanza. Controlli che l'intelligence chiede siano molto stringenti sia nei confronti di «soggetti o ambienti radicali islamici», in cui potrebbe maturare il progetto di un'azione, sia su una serie di obiettivi sensibili. In testa a questa lista ci sono le sedi diplomatiche e gli interessi in Italia di Stati Uniti e Pakistan (uffici turistici, commerciali, linee aeree e compagnie marittime), le basi della Nato e quelle americane, le ambasciate dei paesi dell'Alleanza Atlantica. Sullo stesso piano i luoghi di culto e i simboli della cristianità, per i quali si chiede una «vigilanza massima»: un attentato a San Pietro, ma anche nel duomo di Torino dove è custodita la Sacra Sindone, nella basilica di San Petronio a Bologna dove c'è un affresco che ritrae il profeta Maometto all'inferno o nella Sinagoga della capitale, avrebbe, probabilmente, una eco ancora maggiore. «È necessario - è scritto nella circolare - elevare al massimo le attività di prevenzione generale e di controllo del territorio, nonché di vigilanza e sicurezza, con speciale riguardo agli obiettivi sensibili». Tra questi ci sono anche «sedi istituzionali e di governo, installazioni militari e aziende impegnate nel settore militare, aeroporti, stazioni ferroviarie e della metropolitana, scali marittimi». Ad essere presi di mira da una "vendetta" dei fondamentalisti orfani dello sceicco, secondo la nostra intelligence, potrebbero però essere anche le figure al vertice dello Stato. Ecco perché nella circolare viene disposto un rafforzamento dei «dispositivi di sicurezza a protezione di personalità maggiormente a rischio», a partire dal premier Berlusconi: le scorte dovranno, dunque, annotare «tutti quegli atteggiamenti e comportamenti di persone o mezzi che possano destare sospetti». Un primo test impegnativo per l'apparato di sicurezza italiano ci sarà già oggi, quando arriverà a Roma il segretario di Stato americano, Hillary Clinton.