Il Pdl scoppia Ora anche nel Lazio

{{IMG_SX}}Il partito sarebbe uno, Pdl. Ma i candidati si presentano con liste contrapposte. Milano sarà pure il caso più eclatante: un esponente del Pdl, Lassini, ha ammesso la paternità del manifesto in cui si paragonano Br e magistrati e, a causa di uno scontro infinito tra i partiti, è stato costretto a ritirarsi (almeno in teoria) dalla competizione elettorale. Ma le amministrative stanno facendo esplodere il partito anche nel Lazio, complice la scelta della governatrice Polverini di presentare suoi candidati sindaci (contro il Pdl e contro il Pd) in alcuni Comuni. A Pomezia, che ha 60 mila abitanti, il principale partito del centrodestra sostiene l'ex consigliere regionale Luigi Celori che dovrà vedersela (oltre che con altri 8 sfidanti) con Maricetta Tirrito, candidata della lista Città Nuove, vicina alla Polverini. Ma non è tutto. Quattro ex esponenti del Pdl hanno cambiato fronte e sosterranno l'ex sindaco Enrico De Fusco, schierato dal Pd. Non va meglio a Subiaco, sempre nella provincia di Roma. Dal braccio di ferro tra l'assessore laziale Francesco Lollobrigida e l'ex consigliere regionale Tommaso Luzzi è scaturita una singolare battaglia politica che vede due candidati di area Pdl contrapposti: Mario Segatori e Pier Paolo Scattone. Nel Comune di Sora, invece, Ernesto Tersigni (Pdl) competerà, oltre che con Antonio Lombardi (Pd), con Enzo Di Stefano, a cui aprirà la campagna elettorale il 29 aprile la governatrice del Lazio in persona. I mugugni nel Pdl sono diventati ormai veri e propri biasimi: «Possibile che la presidente della Regione, che governa grazie al Pdl, sostenga candidati contro il Pdl?» ripetono alcuni esponenti del centrodestra. Se a questo si aggiunge il feeling piuttosto debole tra la governatrice e il sindaco di Roma Alemanno, allora le cose si complicano. Anche perché il coordinatore regionale Vincenzo Piso non riesce a trovare la quadra mentre il vice Alfredo Pallone fronteggia i mal di pancia dei coordinatori provinciali. Altro giro altra corsa. Anche a Cassino, che ha più di 30 mila abitanti, il Pdl è spaccato. Da una parte c'è Carmelo Palombo, candidato vicino al presidente del Consiglio regionale Mario Abbruzzese, che si è aggiudicato il simbolo del partito, dall'altra Barbara Di Rollo, che ha al fianco alcune liste civiche ma è stata «lanciata» dalla consigliera regionale del Pdl (eletta nel listino e vicina al senatore Augello) Annalisa D'Aguanno. Infine c'è Latina, che ha 120 mila abitanti. I contrasti, scoppiati già quando l'ex sindaco Zaccheo era in carica, sembrano appianati. Ma l'apparenza inganna. Perché se i due iniziali sfidanti sono diventati un ticket (il consigliere regionale Giovanni Di Giorgi candidato sindaco e Fabrizio Cirilli eventuale vice) e hanno anche incassato il sostegno dell'Udc, le tensioni restano e si sentono. Tanto che il consigliere regionale Claudio Moscardelli, schierato dal centrosinistra, potrebbe pure fare il colpaccio. Il rischio è che le divisioni e le battaglie personali finiscano per far esplodere il Pdl laziale. Con buona pace del premier Berlusconi che ha chiesto a tutti di restare uniti.