La Commissaria Ue Malmstrom «Niente respingimenti di massa»

Losottolinea l'Ue facendo riferimento alla proposta del primo ministro francese. Francois Fillon aveva sostenuto che l'agenzia erupea Frontex avrebbe dovuto riportare i migranti tunisini nel loro Paese invece di farli sbarcare a Lampedusa. Ma ieri la commissaria per gli Affari interni europea ha ribadito che i barconi provenienti dalla Tunisia non possono «essere rimandati indietro» perchè il principio che vieta i respingimenti «va sempre rispettato» e quindi si deve verificare se fra gli occupanti ci sia qualcuno che voglia chiedere asilo politico o che non può tornare nel Paese di origine. Cecilia Malmstrom ha ricordato che sui temi dell'immigrazione il 12 maggio si terrà un Consiglio straordinario Gai e che «saranno trattati anche dal vertice europeo di giugno. Discuteremo di tanti soggetti, tra i quali anche i modi per rinforzare il Frontex - ha spiegato la Commissaria - Discuteremo i dettagli, ma il principio di "non-refoulement" (non respingimento) richiede che si debba domandare a tutte le persone su un barcone se vogliano chiedere asilo. Questo resta valido sempre». Intanto la Russia, secondo Paese al mondo per numero di immigrati dopo gli Usa, potrebbe andare controcorrente abolendo le quote e il permesso di soggiorno provvisorio. Le due proposte, definite «rivoluzionarie» dalla stampa, sono state presentate da Konstantin Romodanovski, capo del servizio federale russo per l'immigrazione, nella sua bozza per la politica statale in materia dal 2012 al 2025. Una svolta che appare necessaria per attrarre nuovi migranti e salvare un Paese a corto di manodopera qualificata e in continuo calo demografico. Ma che ribalta completamente la filosofia seguita finora dal Paese, dove l'immigrazione, in gran parte dal Caucaso e dall'Asia centrale, è vista spesso negativamente, alimentando nazionalismo, xenofobia, razzismo, discriminazioni, nonostante la ferma condannata della leadership preoccupata di preservare l'unità interetnica e religiosa. In Russia ci sono quasi sei milioni di disoccupati (7,6%) ma è difficile inserirli nella popolazione attiva perchè non esiste mobilità, a causa di salari bassi e affitti alti, spiega Romodanovski. L'unica strada è aprire le porte alla manodopera straniera.