L'accordo c'è, questo non si discute.

Cheporta con sé una piccola dose di scetticismo. Dopotutto era prevedibile. L'intesa sottoscritta con il governo di Tunisi per affrontare il problema immigrazione è sicuramente un passo avanti. Anche se a nessuno sfugge che si tratta di un esecutivo appena nato, figlio di una rivoluzione che ha segnato profondamente un Paese in crisi. Legittimo quindi pensare che non tutto possa andare per il verso giusto. Per dirla con le parole di Umberto Bossi: «Siamo costretti a fidarci della Tunisia. Spero che mantengano la parola». E a chi gli chiede se il blocco delle partenze funzionerà, risponde secco: «Funzionerà, puttana Eva». In fondo è consapevolezza di tutti che non potrà esserci una soluzione al problema fino a quando non si riuscirà a «chiudere il rubinetto». La Lega guarda con un certo fatalismo a questa possibilità e anche Silvio Berlusconi non appare esattamente ottimista. Così, partecipando alla riunione della «cabina di regia» sull'immigrazione a Palazzo Chigi, spiega che la Tunisia, sottoscrivendo l'accordo, ha accettato di controllare le coste. Ma per far questo necessita di «mezzi e un po' più di tempo per predisporre i propri uomini». Parole non proprio rassicuranti anche se il Cavaliere annuncia che sabato si recherà nuovamente a Lampedusa per «verificare lo stato della situazione» (nel frattempo l'Eni ha accolto la richiesta del governo di ridurre fino a settembre i prezzi dei carburanti). Il premier avrebbe poi detto che il sindaco dell'isola ha chiesto al governo un campo da golf e un casinò. Su quest'ultimo Berlusconi avrebbe avanzato qualche dubbio mentre sui campi da golf si sarebbe impegnato a trovare degli sponsor. Quindi una battuta sul bunga, bunga. «Ho fatto registare il marchio - avrebbe detto - così lo posso usare in tutte le Regioni». Parole che hanno scatenato l'immediata reazione del responsabile immigrazione del Pd Livia Turco: «Parole inqualificabili e vergognose, smentisca subito la battuta».