La cultura si riprende 149 milioni

Il Consiglio dei ministri ha reintegrato il Fus (fondo unico per lo spettacolo che torna a 428 milioni di euro) e garantito il tax credit che diventa così stabile e permanente. Grande regista del reintegro il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, dopo l'impegno del maestro Muti che il 12 marzo, durante la prima del Nabucodonosor al Teatro di Roma, è stato simbolo della rinascita della cultura italiana. «Abbiamo abolito l'aumento di 1 euro sui biglietti del cinema e finanziato stabilmente la tax credit, con risorse che derivano dalle accise sulla benzina: un piccolo sacrificio di uno o due centesimi che tutti gli italiani saranno lieti di poter fare - ha detto ieri Gianni Letta a Palazzo Chigi, confermando il reintegro del Fus con 149 milioni di euro - Questo governo non solo è sensibile alla cultura ma è convinto che questo Paese non possa risorgere se non fondandosi sull'immenso patrimonio culturale ed è convinto che la ripresa economica sia fondata sulla valorizzazione dei beni artistici del Paese. È stata anche varata una norma straordinaria su Pompei che prevederà, tra l'altro, l'assunzione di personale specializzato per risolvere i problemi della Sovrintendenza, fino a 30 giovani funzionari e più di 50 operai. Con Bondi ho lavorato fino a tarda notte per la questione del Fus, mi dispiace che questo sia il suo ultimo atto da ministro dei Beni culturali». Letta ha spiegato inoltre che sono «149 i milioni di reintegro per lo spettacolo, 80 per la conservazione dei Beni culturali e 7 per gli Istituti culturali». Soddisfazione espressa subito dal sindaco di Roma Gianni Alemanno: «Ce l'abbiamo fatta, nel decreto correttivo del Milleproroghe c'è la norma che definisce il finanziamento del Fus, si prevede un incremento di circa 150 milioni di euro che possono diventare 200. Siamo finalmente di fronte a una norma che salva le fondazioni lirico-sinfoniche e il mondo delle cultura e dello spettacolo. Ma in tutto questo - ha sottolineato Alemanno - voglio ringraziare il maestro Muti che ha avuto un ruolo decisivo per convincere il ministro dell'Economia Tremonti, che non si trattava di un intervento assistenzialista ma di una misura necessaria». Per la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, ora occorre però «verificare nel merito le norme, ma la volontà di non penalizzare il mondo della cultura e dello spettacolo è un fatto importante che mostra l'attenzione ad un comparto strategico del nostro Paese». Mentre per il presidente di Federculture, Roberto Grossi, «le decisioni prese sono un fatto assolutamente positivo che scongiura il collasso a cui il settore sembrava condannato». «Non avevo dubbi, è stato solo un disegno e alla fine ci hanno dato qualcosa come se fosse un di più, ma era solo quello che ci spettava», ha commentato l'attore e regista Sergio Rubini a margine di un incontro stampa del film «La montagna» di Vicente Ferraz, nel quale l'attore interpreta un disertore che incontra tra le montagne dell'Appennino un gruppo di brasiliani dirottati quasi inconsapevolmente nella Seconda Guerra Mondiale. È stato intanto revocato lo sciopero previsto per domani dei lavoratori dello spettacolo, dopo l'annuncio del ripristino dei finanziamenti al Fus. In un comunicato unitario Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Sai, Fai, Unci dichiarano di voler «mantenere alta l'attenzione e la mobilitazione per sostenere, con tutte le iniziative sindacali che riterremo necessarie, le nostre richieste per dotare il settore di una condivisa legislazione di sistema e di una rete di protezione sociale indispensabile per un comparto caratterizzato da discontinuità e precarietà occupazionale».