Tedesco attacca Vendola "Non poteva non sapere"

«Sulla gestione e il governo della sanità, Vendola sapeva esattamente quanto ne sapevo io. Non poteva non conoscere quanto accadeva nel governo del settore più rilevante della Regione e che assorbe il 75% del bilancio. Vendola era a conoscenza delle politiche di intervento nel settore della sanità e le condivideva con me. Anzi, a volte, ero io che seguivo i suoi indirizzi». Le dichiarazioni di Alberto Tedesco rilasciate ieri durante l'audizione in Giunta delle immunità a Palazzo Madama mostrano con chiarezza come il parlamentare del Pd voglia legare la propria posizione politica a quella del governatore pugliese Vendola che lo scelse, su indirizzo dell'area che faceva riferimento all'ex Rifondazione comunista, come assessore alla Salute. Tedesco, infatti, ha ricostruito anche la genesi della sua nomina, giunta quando era ancora un esponente (di peso) di un partito socialista autonomista. «Avevo chiesto al centrosinistra di fare il presidente del Consiglio regionale, un posto richiesto anche da un'altra forza politica, che ha prevalso (fu eletto il cattolico di sinistra Pietro Pepe del Pd, ndr). Allora Vendola mi chiese di fare l'assessore alla Sanità». L'esponente democratico (attualmente autosospeso dal partito di Bersani), figura centrale dell'inchiesta sulla Sanitopoli pugliese, è stato anche vittima di fuoco amico da parte di esponenti del suo partito. E alle dichiarazioni di Francesco Boccia («noi abbiamo il dovere di dimostrare che la difesa delle istituzioni e dell'autonomia dei poteri dello Stato viene prima di ognuno di noi e dei destini personali») ha replicato con puntualità, senza rinfocolare polemiche interne: «Il Partito democratico non deve porsi il problema del senatore Tedesco, ma quello di una corretta azione giudiziaria. In questa vicenda la posizione del partito è stata irreprensibile. C'é stato solo qualche commento dissonante che appartiene alla spregiudicatezza di chi l'ha fatto». «Anche da Vendola - chiosa Tedesco - non ho sentito commenti malevoli nei miei confronti, altri lo hanno fatto». Ed infine ha smentito ogni ipotesi di passaggio al Terzo Polo o a gruppi vicini alla maggioranza: «Vengo da sinistra e rimango convinto della militanza a sinistra. L'unica alternativa sarebbe solo tornare a casa». Intanto la posizione del Pdl in Giunta delle immunità è stata espressa dal senatore Ferruccio Saro: «Siamo garantisti non a senso unico e non siamo giustizialisti. Nella storia del nostro Paese sono stati rari i casi in cui si è autorizzato l'arresto e non possiamo andare contro la storia del Paese e dei nostri principi». Di contro risalta il giustizialismo a giorni alterni della sinistra. E questa contraddizione potrebbe emergere proprio sul caso Tedesco: «Ci sono due elementi: il Pd - aggiunge Saro - ha candidato Tedesco e non può adesso lavarsene le mani. Poi dobbiamo capire le responsabilità di Vendola. Non saranno penali, ma politiche sì: o il governatore sapeva tutto e ha coperto politicamente oppure se non se n'è accorto, dormiva, e non credo che dormisse visto che è una persona sveglia». La seduta ha registrato anche un giallo. Il presidente della Giunta per le autorizzazioni Marco Follini ha reso nota una telefonata intercorsa tra lui e il procuratore capo della Repubblica di Bari Antonio Laudati in merito alle carte della Sanitopoli. L'Idv Luigi Li Gotti ha attaccato mettendo in risalto «l'irritualità» dell'intervento del magistrato dell'accusa, dato che la Giunta deve pronunciarsi esclusivamente sulla base della documentazione fornita dal Gip: «Veniamo a sapere che il pm ha offerto, nell'ambito di una sinergia tra istituzioni, delle carte che ora vogliamo sapere se sono le stesse inviate dal Gip o se sono documenti ulteriori». Il mistero è stato però smitizzato dallo stesso Follini: «Posso ricevere delle telefonate, ma ne faccio raramente come possono attestare i miei amici». E il vice presidente Alberto Balboni (Pdl) ha aggiunto che Laudati «non ha offerto "altre" carte ma ha dato la sua disponibilità qualora servissero le carte». Sgonfia il caso anche Tedesco: «Laudati è persona correttissima. Se c'é stato un intervento è stato per agevolare l'invio del materiale». Piccolo esodo da Sel nel consiglio regionale pugliese: due consiglieri, Franco Pastore e Donato Pellegrino, sono passati dal partito di Vendola al gruppo, aderendo al Psi.