"Fini intollerabile, che fa il Colle?"

«Lo vuole finire. Politicamente, s'intende. Finirlo. Portargli via uno a uno tutti i senatori poi tutti i deputati. Lasciarlo solo. Senza più neanche la Tulliani». Un deputato molto vicino a Silvio Berlusconi spiega chiaramente quali siano gli umori e i pensieri a palazzo Grazioli. E comunque quello è anche il clima che si respira all'interno del Pdl. Le nuove interviste rilasciate da Fini all'Espresso e ad Annozero riaccendono gli animi del Cavaliere. Eppure non è che il presidente della Camera sia stato eccessivamente duro. O meglio, ci sono state battute in passato anche più velenose. Ma stavolta bastano per far infuriare Silvio lo scontro. «A me stanno a guardare anche le virgole, a quello non gli dicono mai nulla», ripete Berlusconi in privato. Infatti, in serata il vicecapogruppo del Pdl al Senato, Gaetano Quagliariello, con la passione per le questioni istituzionali, rilascia una dichiarazione chiara: «Alla luce del vasto repertorio esibito quest'oggi, istituzionalmente indigeribile anche per noi che abbiamo palati grezzi e stomaci forti, non osiamo immaginare cosa sarebbe accaduto se Gianfranco Fini non si fosse autosospeso da presidente di Futuro e Libertà. Siamo certi che come già accaduto in altre occasioni vi sarà chi si premurerà di salvaguardare le istituzioni e sanzionerà una sovrapposizione di ruoli ormai non più tollerabile». Poco più tardi arriva una dichiarazione del capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, colui il quale andò al Colle dove ricevette assicurazione di un intervento sul doppio ruolo di presidente di Montecitorio e leader di partito. Cosa dice Cicchitto? «Con questo crescendo di dichiarazioni Fini sta davvero creando una situazione istituzionalmente insostenibile e lo sta facendo evidentemente con una scelta che, se lasciata a sè stessa, può avere effetti devastanti non solo nell'immediato ma anche nel futuro perché essa implica il fatto che la Presidenza della Camera o del Senato possono essere usati per fare nuovi gruppi parlamentari, nuovi partiti e per chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio e del governo in carica. È evidente che oggi qui è il cuore dello scontro istituzionale». Insomma, il Pdl si attende un intervento del presidente della Repubblica. Garbatamente (da un punto di vista istituzionale) fa notare pure che se lo aspetta. Berlusconi? Resta in silenzio almeno nel pomeriggio. Filtrano indiscrezioni sul suo stato d'animo. In mattinata era apparso sorridente all'inaugurazione dell'anno accademico Scuola ufficiali dei Carabinieri a Roma. E aveva detto che l'Arma «rappresenta il meglio della nostra Italia. Ho assunto migliaia di collaboratori e quando nel curriculum leggevo che c'era un papà o un nonno carabiniere, davo subito il mio benestare e non sono mai stato deluso». «Provo - aveva aggiunto - sempre orgoglio quando parlo con colleghi di altri Paesi di zone come Afghanistan o in altre nelle quali si sono venute a creare piaghe e c'è sempre un omaggio all'Arma dei carabinieri». Quindi una confessione: «Se non avessi fatto quello che la vita ha voluto che facessi, mi sarebbe piaciuto fare il carabiniere».