I finiani restano in sei Escono Viespoli e Saia

Alla fine sono rimasti in sei. Ieri, dopo una riunione tesissima, altri due senatori di Futuro e Libertà – il presidente Pasquale Viespoli e Maurizio Saia – hanno deciso di lasciare Fini e di seguire i due colleghi che avevano già annunciato le dimissioni, Menardi e Pontone. A palazzo Madama Fli resta così senza gruppo visto che il numero minimo è di dieci parlamentari. Ma in qualche modo i finiani sono riusciti a limitare i danni. I «futuristi» dati in uscita dovevano essere di più, almeno cinque. Alla fine, invece, anche i più dubbiosi hanno firmato il documento di Mario Baldassarri di fedeltà al presidente della Camera. La più incerta, fino a pochi minuti dalla fine della riunione – iniziata verso le cinque e finita dopo le otto – è stata Barbara Contini, che le indiscrezioni davano già fuori da Futuro e Libertà. Poi il pressing proprio di Baldassarri l'ha convinta e la riunione dei fedellismi di Fini è continuata nello studio di quest'ultimo, mentre Viespoli e Saia se ne andavano da palazzo Madama. Resta ora da vedere cosa faranno i sei «reduci» (insieme alla ex governatrice di Nassiryia, Baldassarri, De Angelis, Digilio, Germontani e Valditara). Per il momento entreranno nel Misto, visto che i rapporti tra Fini e Casini sono ai minimi storici e con Rutelli non c'è molta voglia di unirsi.   «Il Gruppo Fli al Senato in seguito all'uscita dei senatori Menardi e Pontone non ha più i numeri per esistere – è il loro comunicato stampa – Degli otto senatori restanti sei hanno confermato la loro permanenza nel Fli al fine di costruire un'alternativa competitiva all'attuale centrodestra e nella prospettiva di poter dar vita in tempi brevi ad un nuovo e più consistente gruppo parlamentare che faccia riferimento al Polo per l'Italia, rifutando così qualunque ipotesi di ammucchiata a sinistra». Incerta anche la prossima collocazione dei quattro che hanno lasciato Fini. Qualcuno, come Maurizio Saia, potrebbe rientrare nel Pdl, mentre Viespoli vorrebbe «approdare» a Forza Sud di Miccichè. Ma il progetto finale sarebbe quello di creare insieme un nuovo gruppo, che prenda come punto di riferimento il Ppe, e nel quale potrebbero confluire senatori del Pdl. Un gruppo che a quel punto farebbe da traino anche per i «Responsabili» alla Camera.