Di Pietro vota col Pdl. Furia Pd

L'Idv vota con il centrodestra una norma che cancella il ricorso al rito abbreviato per i reati puniti con l'ergastolo e scoppia nel centrosinistra il caso Di Pietro. E, se non sarà questa la goccia che fa traboccare il vaso, di certo la scelta del partito che fa capo all'ex magistrato crea un nuovo casus belli nei rapporti non certo facili tra il Pd e l'Idv. E inasprisce i toni con i centristi che parlando di Italia dei valori «stampella del governo sulle leggi forcaiole». L'incidente scoppia in Aula alla Camera dove l'Idv vota con la maggioranza contro un emendamento dell'Udc al testo sull'inapplicabilità del giudizio abbreviato ai delitti puniti con l'ergastolo, su cui il governo aveva espresso parere contrario. I voti dei dipietristi risultano determinanti per la bocciatura dell'emendamento dei centristi: se i 14 deputati dell'Idv presenti in Aula avessero votato con l'opposizione, l'emendamento sarebbe passato e il governo sarebbe risultato battuto. Dopo il voto, dai banchi del Pd, si leva un sarcastico applauso nei confronti dei dipietristi che, però, difendono a spada tratta la coerenza della loro scelta. «Questo è il primo provvedimento in materia di giustizia in cui Berlusconi non c'entra niente. Io voto secondo coscienza come ho sempre fatto, e poi questo testo porta la firma anche dell'Idv», spiega Antonio Di Pietro in Aula, dove viene attaccato dal responsabile Giustizia del Pd Andrea Orlando. Poi, rivolto al Pd, aggiunge: «Questo testo dice che chi è condannato all'ergastolo non può automaticamente ridursi la pena ricorrendo al giudizio abbreviato. Voi siete contro, io a favore, il Paese giudicherà». Una presa di posizione che non va giù ai democratici. Il segretario, Pierluigi Bersani non parla ma il suo vice, Enrico Letta, non usa mezzi termini: «Di Pietro dovrà spiegarla molto bene questa cosa, l'ho trovata incoerente con tutto ciò che dice e ha detto al Pd e del Pd in questi mesi». Anche perché, nel corso della giornata, il numero uno dell'Idv punta l'indice proprio contro il Pd, colpevole, sostiene, di «non aver compreso il contenuto del provvedimento» che, argomenta, oltretutto era stato oggetto in un analogo disegno di legge proprio del Pd. «Questo provvedimento è stato voluto da noi dell'Italia dei Valori proprio per rispetto della collega del Pd, Olga D'Antona, che ne è stata la paladina e la massima sponsorizzatrice. Prendersela con noi mi sembra, quindi, solo un banale escamotage per giustificare un errore fatto dal Pd». Accuse da cui si difende la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti: è «un provvedimento demagogico che serve solo a dare al governo un'apparente facciata di rigore». L'incidente diplomatico, tuttavia, è solo l'ultimo di una lunga serie. Tra Pd e Idv, ormai, i rapporti sono tesissimi.