«I fondi per tagliare le tasse ci sono» Gli anti-Giulio si danno appuntamento

.Venerdì prossimo, alla Chiesa di Santa Marta, spesso utilizzata dal ministero dei Beni Culturali per convegni. Dunque, venerdì. Il titolo è vago: «Patrimoniale o libertà economiche». Qualcosa di più si capisce dagli interventi. Ci sarà una relazione introduttiva dell'ex ministro Francesco Forte, che più volte ha pungolato il governo su liberalizzazioni e fisco. Poi interverranno il costituzionalista con un passato socialista Sandro Amorosino, l'esperto di pensioni, un tempo socialista in Cgil, Giuliano Cazzola, e l'uomo delle Infrastrutture, Ettore Incalza, che fu già l'autore del piano generale dei Trasporti del governo Craxi nel lontano '86, e Alberto Mingardi, classe 1981, che guida l'Istituto Bruno Leoni, considerato il tempio del liberalismo più estremo. Ci sarà anche Gianfranco Polillo, che fu alla guida dell'ufficio economico di Palazzo Chigi, venne chiamato a Gianfranco Fini quando era vicepremier e quando voleva formare una sorta di cabina di regìa per commissariare Tremonti. Nel programma figurano anche il docente di diritto pubblico Ciro Sbailò, che scrisse per l'Avanti, e l'economista Nicola Scalzini. Poi due esponenti che non hanno un passato socialista. Uno è Raffaello Vignali, che proviene dalla Compagnia delle Opere, e il commentatore economico Oscar Giannino. Che ci fanno tutti assieme questi ex socialisti o comunque economisti e riformisti? Non un semplice convegno se a concluderlo è stato chiamato Giuliano Ferrara, in queste settimane protagonista di una accesa polemica nei confronti di Giulio Tremonti. Polemica che potrebbe intitolarsi: «Giuliè, dacce li sordi pe' abbassare le tasse e fare le riforme». Anche ieri Il Foglio, il giornale diretto da Ferrara, è tornato a ricordare i nove miliardi in più incassati dala lotta all'evasione o ciò che ha suggerito Arrigo Sadun, direttore esecutivo per l'Italia del Fmi: «Intervenire con la riduzione degli organici della Pubblica amministrazione, anche con tagli come quelli decisi in Svezia nell'ordine del 10-20% degli statali». Oppure spingeva per la digitalizzazione della pubblica amministrazione che secondo Confindustria potrebbe portare a risparmi da 30 miliardi. Per inciso: il piano è nelle mani del ministro ex socialista Renato Brunetta, i cui non buoni rapporti con Tremonti hanno riempito le cronache degli ultimi anni. Sarà, quel che è certo è che a chiudere i lavori e a tirare le somme sarà Fabrizio Cicchitto. Il capogruppo del Pdl è di fatto l'animatore della fondazione Riformismo e Libertà, che ha organizzato il convegno. È la prima riunione del comitato anti-Tremonti che si sta formando dentro il Pdl? Anche questa sarebbe una definizione troppo forte ed eccessiva. Gli stessi organizzatori preferiscono metterla in positivo: «Vogliamo offrire uno stimolo al governo, offrire delle soluzioni, programmi e progetti». E ci tengono a spiegare: «Ferrara? Verrà a dirà le sue idee. La manifestazione noi l'abbiamno pensata prima dell'iniziativa di Giuliano». Nel partito del premier, tuttavia, sono sempre più forti le spinte e il pressing sul ministro dell'Economia. Viene sotto traccia accusato di essere eccessivamente rigorista, di non voler spendere nulla. Neanche quelle risorse che sono già disponibili. Con tutto il contorno di retropensieri, sotto pensieri e quant'altro che accompagna l'agire del titolare di via XX settembre. Una per esempio è che Tremonti stia mettendo da parte un tesoretto per il dopo Berlusconi. In pratica l'accusa, sempre meno velata, è che Giulio lavori per sè e non per il Cavaliere. Il quale in questo momento avrebbe bisogno di un rilancio soprattutto sul fronte economico che gli darebbe ossigeno nella discesa di consenso delle ultime settimane. Lo stesso premier aveva provato a dare una frustata all'economia. Ma il consiglio dei ministri ha varato per ora soltanto la riforma dell'articolo 41 della Costituzione, quella sulle libertà economiche, e il piano per il Sud, oltre a una serie di provvedimenti dello Sviluppo economico che erano già pronti da tempo. Più che una scossa all'economia s'è avvertita una scossetta, una scossina. Quasi un solletico.