Fini ora scopre che dentro Fli ci sono pagliacci

Avverte Gianfranco Fini: «Proprio in questi giorni non certo esaltanti per il pubblico decoro della politica è stato ad esempio richiamato l'articolo 54 della Carta, che stabilisce il dovere, per i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche, di adempierle con disciplina e onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge». Ce l'aveva con Berlusconi? Con il caso Ruby? Con il bunga bunga? Ma nooooooo. Come si fa a pensare a una cosa del genere? Per carità. Forse ce l'aveva con un nuovo partito che si è appena formato in Parlamento e tra poco lo sarà anche nel Paese. Si chiama Futuro e Libertà. Succede che alla guida di questa nuova formazione politica, che terrà il suo congresso la prossima settimana, potrebbe eleggere come presidente un certo Gianfranco Fini. Ma il diretto interessato ha fatto sapere che se verrà eletto si autosospenderà. Facendosi beffa di quanto gli ha chiesto il presidente della Repubblica che ovviamente non vuole che il presidente della Camera, per la prima volta nella storia, si metta sotto i piedi il suo ruolo di terzietà formando un partito. Ma soprattutto si farebbe beffa di un certo Gianfranco Fini che all'interno del Pdl si battè contro i doppi incarichi e rinunciò a partecipare alla campagna elettorale nelle scorse Regionali per non incrinare il suo ruolo istituzionale. Perché chi deve rispettare il decoro è sempre qualcun altro. Comunque sia, Fli nasce all'insegna della sceneggiata. Da giorni Luca Barbareschi (colui che ha inventato il nome Futuro e Libertà; in realtà non ha inventato un bel niente visto che ha solo avuto la geniale idea di nominare il partito con il titolo del libro di Fini, alla faccia del cesarismo) si è prodotto in qualunque tipo di trasformismo acrobatico politico per giustificare il suo prossimo passaggio alla maggioranza. E per rispettare alla perfezione un copione degno di «Isso, Essa e 'O Malamente», come un Mario Merola qualunque, Fini ha sfidato Barbareschi riprendendolo pubblicamente. È accaduto ieri mattina quando l'attore-deputato si è presentato a una riunione del suo quasi ex partito e ha chiesto di essere nominato alla guida della commissione Cultura. Fini lo ha apostrofato: «Ti dico qui, davanti a tutti, quello che ti avevo già detto in privato. Ci sono attori e pagliacci. I pagliacci non fanno sempre ridere, a volte fanno anche piangere». Chissà come si ritiene lui. Sicuramemente 'n'ommo vero.