Dodici processi solo a Milano

Se chiedi a Piersilvio Cipollotti - che di processi a Silvio Berlusconi se ne intende, visto che di mestiere fa l'avvocato, e aiuta Niccolò Ghedini nella tutela legale del premier - quanti procedimenti giudiziari sono stati aperti a carico del Cav, ti senti dire che ricordare a memoria il numero esatto è impossibile. «Sono centinaia, da Caltanissetta a chissà dove. Tutti hanno cercato di indagare Berlusconi», è la risposta. E in effetti se il premier si sente «perseguitato» dai giudici un motivo c'è. Solo a Milano - quello che si aggiunto ieri - i processi contro di lui sono dodici. In tutto, come ha ricordato lui stesso, sono 28: 10 assoluzioni, 13 archiviazioni e 5 dibattimenti in corso. Tutto è iniziato poco dopo la sua decisione di «scendere in campo». È il 22 novembre 1994. I carabinieri consegnano a Palazzo Chigi un invito a comparire per Silvio Berlusconi. I magistrati di Milano avrebbero potuto limitarsi a un avviso di garanzia, informando il destinatario di essere sotto inchiesta. Optano invece per un messaggio più forte: indaghiamo su di lei, ha l'obbligo di presentarsi per spiegarci come stanno le cose e di nominare un avvocato difensore. L'accusa è di aver corrotto gli ufficiali della Guardia di Finanza che dovevano fare alcune verifiche fiscali in quattro aziende di proprietà del Cav (Videotime, Mondadori, Mediolanum e Tele+). Il giudice di fronte al quale Berlusconi dovrà presentarsi è Antonio Di Pietro. Condannato a due anni e nove mesi in primo grado, il presidente del Consiglio verrà assolto in Appello e in Cassazione «per non aver commesso il fatto». Sempre a Milano si celebrano poi i processi «All Iberian». Il premier viene rinviato a giudizio nel luglio del 1996. Il primo lo vede accusato di finanziamento illecito ai partiti (il Psi di Bettino Craxi, coimputato per il medesimo reato) e si conclude nel 2000 quando la Corte di Cassazione, confermando la sentenza d'Appello, dichiara il proscioglimento dell'imputato per prescrizione. Il secondo, per falso in bilancio aggravato in Fininvest (i fondi occulti, secondo l'accusa, finivano nei conti svizzeri del Psi), vede il Cav assolto «perché il fatto non costituisce più reato» in seguito alla riforma del diritto societario del 2005. Poi ci sono i precessi «Lentini» (il giocatore del Torino passato al Milan), «Medusa» e quello per i terreni della villa di Macherio. L'accusa è sempre quella di falso in bilancio. Il premier viene sempre prosciolto per sopraggiunta prescrizione o assolto, come nel caso Medusa. Arriva il processo «Sme-Ariosto». Berlusconi viene accusato di aver corrotto i giudici durante le operazioni per l'acquisto della Sme e viene rinviato a giudizio insieme a Cesare Previti e Renato Squillante. Viene assolto «per non aver commeso il fatto» in ordine ad alcuni punti e prosciolto per prescrizione per altri. I suoi avvocati fanno ricorso per avere l'assoluzione piena e la ottengono. Sempre di concorso in corruzione il Cav viene accusato per la vicenda del «Lodo Mondadori». La Corte gli concede le attenuanti generiche e scatta la prescrizione. Ci sono poi i processi romani. Molti vengono archiviati, come quello in cui il premier viene accusato di aver indotto la Rai a concordare con la Fininvest i tetti pubblicitari e quello in cui i pm sostengono che ha corrotto alcuni senatori per far cadere il governo Prodi. Archiviati anche tutti i processi (aperti dalle procure di Firenze, Palermo e Caltanissetta) che hanno visto il Cav indagato per stragi o concorso esterno in associazione mafiosa. Rimangono i processi in corso. Tre saranno celebrati dalla procura di Milano, dai pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro. Si tratta dei processi Mills, Mediaset e Mediatrade. Dopo la decisione della Consulta, che giovedì ha bocciato in parte la legge sul legittimo impedimento, dovrebbero ripartire da zero. Berlusconi è accusato di corruzione in atti giudiziari nel caso Mills, di frode fiscale per la compravendita di diritti tv nel dibattimento Mediaset e di appropriazione indebita e frode fiscale per la compravendita di diritti tv in quello Mediatrade. Ieri si è aggiunto poi il «caso Ruby». Berlusconi è indagato, dal 21 dicembre 2010, per concussione e prostituzione minorile dalla procura di Milano, che ha intenzione di procedere con rito immediato. La procura, come accadde il 22 di novembre di sedici anni fa, ha anche notificato al premier un ordine di comparizione. Tre le date alternative presentate alla difesa del presidente del Consiglio: il 21, il 22 o il 23 gennaio. Stavolta Di Pietro non ci sarà, ma è una magra consolazione.