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Umberto Bossi non crede nelle scialuppe di salvataggio dei finiani delusi che corrono in aiuto del Governo.

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«Peril Governo l'igiene è andare al voto. Più si aspetta tempo meno la gente capisce», dice senza giri di parole il leader della Lega, incontrando lo stato maggiore del Carroccio a Vicenza. L'occasione è la presentazione del nuovo dorso veneto del quotidiano La Padania. Ma lo spazio lo prendono subito tutto la politica e il futuro del Governo. «Non vedo nuove alleanze che si stanno costruendo», spiega il Senatùr, che mette le mani avanti quando gli chiedono cosa ne pensi dei deputati «futuristi» delusi che, secondo Berlusconi, potrebbero rinforzare la maggioranza: «C'è il rischio di instabilità più che di una stabilità». Bossi si mostra scettico anche sulle chance di sopravvivenza dell'esecutivo, quando ci sarà da tornare in aula al Senato e alla Camera. Con i numeri attuali «c'è l'impossibilità - spiega - di andare tranquilli in Parlamento e di far votare le leggi. Io però sono alleato e tengo conto della volontà degli alleati, ma penso che la vera igiene sia il Parlamento. Sennò andiamo avanti sempre con dubbi e paure». Un veto Bossi lo mette chiaro sull'Udc: «Se fossi Berlusconi - dice - starei attento a portare nel governo l'Udc», perchè «non si può far entrare i nemici, quelli che lo vogliono morto. Non fa un grosso passo in avanti, fa invece un passo indietro». Bossi ricorda al premier che quando i centristi erano nel governo «c'era follia, mamma mia... Non riuscivamo a fare niente». Attorniato da Calderoli, Maroni, Reguzzoni e Zaia, Bossi fuma calmo il suo sigaro, e riflette a voce alta. «Se tutte le volte che c'è da votare in Parlamento dobbiamo andare a chiedere per favore, non lo capisco. Chiedere agli altri per favore di votare... No è meglio andare alle urne». Una cosa, sottolinea, che lui va spiegando da tempo: «Da due mesi dico che l'unica igiene è andare al voto. Abbiamo fatto passare il tempo, dando l'opportunità agli altri di organizzarsi». Per il ministro delle riforme è «un alibi» quello di ritenere che il voto anticipato sia un azzardo troppo grande di fronte alla crisi che stringe il Paese. «L'Italia - afferma - è pronta. Sono alibi quelli della crisi economica. È il popolo quello che ha il potere in democrazia. La Lega alleata con Berlusconi guadagnerà molto consenso. Però, più passa il tempo, più la gente rischia di non capire». Se il gran capo leghista accelera sul voto, il ministro Roberto Maroni appare un pò più cauto. «Questo governo durerà...», dice di primo acchitto Maroni, ma corregge subito il tiro, aggiungendo «se le incognite ancora presenti potranno sciogliersi». «Se si scioglieranno positivamente, cioè se si ricostituirà una maggioranza forte, stabile, su cui fare affidamento, si potrà continuare - dice Maroni - altrimenti meglio andare al voto». Anche le urne, sottolinea il responsabile del Viminale, non sono un rischio, ma una possibilità. È in ogni caso è meglio che «continuare a traccheggiare, facendo la fine del governo Prodi».

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