«Alleato con Vendola e Idv il Pd continuerà a perdere»

.Basta citare la parola "Milano" e Giuseppe Fioroni si trasforma in un fiume in piena: «Noi rischiamo di non affrontare mai i veri nodi del dibattito». In che senso onorevole? «Le primarie servono, tant'è che il Pd le ha inserite nel suo statuto. Ma le primarie sono uno strumento consegnato alla politica. In democrazia, quando si perde, non si può dire che lo strumento è sbagliato o che, peggio ancora, sbagliano i cittadini». Ce l'ha con quanti, all'interno del Pd, cercano di trovare giustificazioni alla sconfitta del candidato democratico alle primarie di Milano? «Milano interpella la politica del Pd. Il problema non è cambiare lo strumento delle primarie, ma domandarsi: qual è la proposta che ci consente di incontrare i bisogni dei cittadini?» Qualcuno la ha accusata di strumentalizzare la sconfitta. «Io non strumentalizzo. Ma quando alla sconfitta delle elezioni si unisce quella delle primarie, non si può far finta di niente e dire che va tutto bene». Pensa che Stefano Boeri fosse il candidato giusto su cui puntare? «Boeri parlava alla complessità della società milanese. Al protagonismo dei tifosi e al civismo della società. Il problema è il Pd». Cioè? «Se scivoliamo a sinistra e diamo l'impressione di essere un partito conservatore, la complessità sfugge, calano i votanti alle primarie, e resta in pista la partecipazione dei tifosi. Che ovviamente scelgono il candidato più a sinistra. Preferiscono l'originale alla copia». In questo modo, però, contenete l'emorragia di voti verso Vendola e Di Pietro. «Non è vero. Il Pd deve rilanciare l'idea di un'alleanza alternativa al governo fondata sull'innovazione e il cambiamento. Non dobbiamo rinunciare a voti moderati. E dobbiamo smetterla con lo spauracchio del "nemico a sinistra". Perché in questo modo continuiamo a replicare la "gioiosa macchina da guerra" del 1994. E continuiamo a perdere». Quindi niente alleanze con Sel e Idv? «Noi abbiamo il compito di costruire il Polo che vince e per farlo dobbiamo dire dei sì e dei no. Io dico no ad un'alleanza con Di Pietro e Vendola se impedisce il sì all'alleanza col Terzo Polo. Smettiamola di vivere con l'angoscia che esista qualcuno alla nostra sinistra. Tanto non ci tolgono voti». Quindi dice sì a Fini, Casini e Rutelli? «Questa classe dirigente può passare alla storia come quella che toglie il governo a Berlusconi. Ma anche come quella che, rimosso in velocità il Cavaliere, gli riconsegna Palazzo Chigi dopo tre mesi. Casini, Rutelli e Fini devono fare con noi il Primo Polo, il Polo che vince, e costruire un governo che ripristini la qualità della vita del Paese».