Il Cav: "Contro di me attacchi mafiosi"

Silvio Berlusconi consegna il cerino della crisi in mano a Gianfranco Fini. Fli dica, hic et nunc, entro domenica a Perugia, cosa intende fare. "Se ritiene esaurita l'esperienza di questo governo e non intende andare avanti, lo deve dire con chiarezza e subito. Noi siamo pronti ad accogliere la sfida e ad andare subito alle urne". Se invece il presidente della Camera vorrà restare nell'alleanza di governo, Berlusconi è pronto a stringere con lui un patto per tutta la durata della legislatura. Il guanto è gettato, in faccia a Fini e in faccia "ai signori della sinistra", che "se vogliono archiviare Berlusconi devono chiederlo al popolo, non possono farlo con una congiura di palazzo che gli italiani non permetterebbero".   ABBIAMO I NUMERI PER GOVERNARE - Niente governi tecnici, "rovesciamento della volontà democratica". "Se la maggioranza dovesse mancare a causa di chi si rende strumento nelle mani altrui - dice chiaro il premier - si dovrà tornare dagli elettori, perchè il responso del popolo ha sempre aiutato l'Italia nei momenti bui". Fuori da questo percorso c'è solo il degrado, il rovesciamento della democrazia. "Il governo è in campo e ha i numeri per governare", dice il Cavaliere bocciando dunque ipotesi di appoggio esterno. Provocare una crisi oggi, "sarebbe un atto di autentica irresponsabilità". Per questo Berlusconi avverte: "Ricordo a chi me lo chiede che non farò un passo indietro, ma cinque passi avanti". Lo sappia la sinistra, che punta "ad un governo di rottura nazionale, degli sconfitti, privo di legittimità democratica, e non avendo i numeri per governare chiede tutti i giorni a gruppi che sono usciti dal Pdl di staccare la spina al governo, ennesima manifestazione di irresponsabilità e disperazione politica. Non si può da una parte chiedere al governo di governare e dall'altra frapporre continui ostacoli al lavoro di governo e maggioranza".  Nessun passo indietro: "l'Italia ha bisogno di essere governata", dice ancora Berlusconi - che si rivolge a Fli dal palco della direzione. Eil premier  fa qualcosa di più che riconoscere davanti al Pdl l'esistenza della "terza gamba": offre ai finiani un "patto di legislatura". "Se c'è la volontà di andare avanti, nel rispetto del programma e del patto con gli elettori - è la sua apertura - siamo qua pronti con Bossi, nostro solido e fedele alleato, a realizzare un patto di legislatura e a proporre un rinnovamento del sistema di alleanze nel centrodestra". Perchè, si arrende il premier, "si deve prendere atto di una diversa offerta politica nel centrodestra". ATTACCHI INDEGNI E ABIETTI -  Alla fine, comunque, per Berlusconi "gli italiani sapranno capire, chi favorisce le riforme e chi le ostacola", chi mina il "diritto e il dovere di andare avanti e governare". "Mi attaccano in modo indegno ed abietto - si difende il premier - ma sappiano che le campagne di fango fondate sulla menzogna non mi fermeranno". Berlusconi reagisce alle "false accuse di immobilismo": rivendica la riforma delle pensioni "senza un'ora di sciopero", la lotta alla criminalità fino alla possibile "sconfitta definitiva della mafia" (tanto da avanzare il sospetto che "certe cose contro di me siano una vendetta della malavita"), gli interventi anticrisi "senza che il fisco mettesse le mani in tasca agli italiani". E per il futuro la promesse di una riforma della giustizia "condivisa nella maggioranza entro un anno", quella di "non tassare bot e casa come vuole la sinistra", la difesa della vita e della famiglia (che oggi gli organizzatori del forum delle famiglie si attendevano da lui), un nuovo piano per il Sud, il pacchetto sicurezza domani in cdm e "le risorse per la riforma dell'università". Altro che immobilismo. FRAZIONAMENTO IL GUAIO PEGGIORE - Non manca l'attacco a "certe procure", e alla loro azione "basata sull'invidia e sull'odio". Contro sinistra, giornali, procure "una lotta senza quartiere", "che noi combattiamo contro i loro veleni, le loro fabbriche inesauribili di falsità e fango", si sfoga il premier. Berlusconi, leader unico del Pdl ormai senza Fini, nega di guidare il partito senza democrazia: chiede al Pdl di stare unito intorno a lui. "Ora più che mai serve coesione. C'è un tentativo estremo, violento ed aggressivo di distruggere tutto ciò che di buono abbiamo fatto". Avanti dunque, con l'obiettivo di un milione di iscritti, direzione nazionale una volta al mese, gruppi parlamentari ogni 15 giorni, congressi locali a partire da luglio in vista del congresso nazionale. "Il frazionamento dei partiti - chiosa il Cavaliere - è il guaio peggiore per la democrazia".