La rivolta dei pendolari: «Un vero salasso»

Uncaro-pedaggi che, in meno di 8 anni (ossia da quando l'autostrada è stata privatizzata, all'inizio del 2003), ha subito un aumento del 132%. Da ieri, infatti, i pendolari che entrano dall'ultimo casello laziale, quello di Vicovaro-Mandela, pagano 70 centesimi in più: sono passati dal ticket di 1 euro e 55 centesimi di fine 2002 ai 3 euro e 60 centesimi attuali per percorrere «41 chilometri di montagna». Cinquanta centesimi in più, invece, per gli automobilisti che entrano dal casello di Castel Madama (2 euro e 80 per 33 chilometri) e un rialzo di trenta centesimi per quelli che arrivano da Tivoli (un euro e 80 per 21 chilometri). Un ennesimo rincaro che costa fino ad un euro e 40 centesimi in più per l'andirivieni quotidiano, sino a 36 euro per quello mensile per arrivare ad un rotondo sovrapprezzo annuale massimo di 400 euro. «È inaccettabile, come pagare una seconda assicurazione - dice il vicepresidente dell'associazione pendolari Valle dell'Aniene, Antonello Onori - quest'ennesimo rincaro, scattato a soli 7 mesi dal precedente, rende il costo del pedaggio più alto di quello del carburante: per l'andirivieni con Roma ora paghiamo un pedaggio di 7 euro e 20 centesimi, mentre c'è chi ne spende 5 di carburante con l'auto a gas. Auspichiamo la creazione di convenzioni con la Società Strade dei Parchi per i pendolari, che possano avere pedaggi agevolati». La minoranza del Pd al Comune di Tivoli annuncia la presentazione di un ordine del giorno in Consiglio comunale contro «l'ulteriore balzello insostenibile per i pendolari dell'area tiburtina che utilizzano l'automobile quotidianamente - dice il capogruppo, Francesco Luciani - L'alternativa all'auto è costituita dai treni e dagli autobus dove si viaggia tra disservizi e inefficienze, molto spesso stipati come su carri bestiame. I rincari provocheranno pesanti problemi anche alle nostre aziende, già alle prese con la crisi economica internazionale». A questo punto aumenta l'attesa per il prossimo settembre, quando arriverà la sentenza sui rincari scattati nel 2006 e nel 2008: il Tar ad aprile li aveva annullati, accogliendo il ricorso delle Regioni Lazio e Abruzzo insieme al Codacons, ma il Consiglio di Stato ha dato la sospensiva fino al giudizio di merito.