"Siamo pronti a ridare le deleghe"

È necessario riaprire il confronto sulla Manovra. Questa la richiesta contenuta in una lettera inviata al ministro dell'Economia Giulio Tremonti, dai presidenti della Regione Lazio Renata Polverini, della Campania Stefano Caldoro, del Molise Michele Iorio, dell'Abruzzo Giovanni Chiodi e della Calabria Giuseppe Scopelliti. Ma è proprio quest'ultimo a lanciare un appello al ministro: «Non tagli i fondi a chi governa una Regione da pochissimi mesi e ha ricevuto dalle passate amministrazioni dei bilanci disastrosi che ci penalizzano e a cui stiamo facendo fronte con concrete azioni di risanamento. Il ministro dia fiducia alle nuove classi dirigenti». Presidente Scopelliti c'è aria di spaccatura all'interno della Conferenza delle Regioni? «No. La posizione delle Regioni è unanime. Tutti noi governatori stiamo chiedendo di cambiare la Manovra in un'ottica di responsabilità». Berlusconi si è dimostrato disponibile ad incontrarvi e a rivedere alcune parti della Manovra anche se prima era stato categorico dicendovi che «chi governa le Regioni dovrà tagliare». Cosa vi aspettate dal governo? «Siamo fiduciosi che qualche limatura si possa apportare. È vero che Berlusconi ha ribadito che la Manovra va fatta però speriamo che ascolti anche le nostre richieste. Noi non vogliamo assolutamente arrivare al muro contro muro con il governo ed è per questo che mercoledì (domani, ndr) incontreremo i ministri Tremonti e Fitto sottoponendo loro una proposta per cercare di riequilibrare i tagli. Non dimentichiamo che, come sostiene il presidente della Conferenza, Vasco Errani, la Manovra, così com'è, porterà a ridurre la spesa sull'amministrazione centrale dello Stato per l'1,2% mentre peserà sulle Regioni per il 14%». Perché però avete escluso le regioni del Nord da questa battaglia? «Noi abbiamo altre esigenze. Per esempio in Calabria c'è il problema della Sanità. Una situazione disastrosa che ho ereditato». La Lega sta puntando i piedi su questa cosa tanto che il governatore del Veneto Luca Zaia ha chiesto che la «Manovra non penalizzi i virtuosi e lasci a chi ha sprecato la libertà di continuare a farlo». «Noi neogovernatori non abbiamo sprecato nulla. Non passiamo pagare per errori del passato. Casomai ne riparleremo tra due o tre anni: solo allora potrà essere giudicato il nostro operato».   Ma lei ha già iniziato a dare un segnale di discontinuità con le passate amministrazioni? «Certo. Pensi che abbiamo già ridotto del 25% i benefit dei consiglieri e del 10% i soldi destinati ai finanziamenti dei gruppi. Domani poi daremo il via a un taglio delle spese di 16 milioni di euro per il 2010. Cifra che salirà a 35 milioni nel 2011». Presidente, se il governo non accogliesse le vostre richieste cosa farete? «Speriamo che non accada, ma se non fosse così siamo pronti a rimettere le deleghe assegnateci dalla legge Bassanini».