A Roma si pensa alle balene

Dalla difesa delle balene pilota (calderones) all'istituzione dei vigili urbani a cavallo, dal sostegno del sindaco «a chi contesta la fondatezza del canone Rai» alla nomina di un delegato ai rapporti con la comunità Lesbica, gay, bisex e trans. Sono le mozioni del Consiglio comunale di Roma, strumenti di indirizzo politico al sindaco e alla giunta che utilizzano gli eletti per fare la «loro» politica e che, a prescindere dal colore di chi governa la Capitale, vengono puntualmente ignorate. Eppure, nell'ordine dei lavori dell'assemblea capitolina di oggi, ad esempio, ci sono sono loro: 31 mozioni e nessuna delibera. Quattro ore di dibattiti e votazioni che tengono inchiodati sugli scranni della Capitale circa 30 consiglieri (sarebbero 60 ma l'altra metà è presente solo nelle grandi occasioni). Si inizia con la richiesta al sindaco e alla giunta di intervenire con appositi regolamenti «per sostenere la partecipazione dei giovani alla vita cittadina», oppure di promuovere iniziative per sensibilizzare l'opinione pubblica e il mondo scolastico alla cultura delle differenze, magari nella giornata mondiale contro l'omofobia. E ancora, si richiede l'impegno al sindaco per il riconoscimento del diritto all'acqua e per l'annullamento della sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo che vorrebbe bandito dalle aule scolastiche il Crocefisso. Ancora, l'attuazione dei principi danciti nella Convenzione Onu dei Diritti alle persone con disabilità nei diversi settori dell'amministrazione e sostegno a livello nazionale dei processi di riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana. Temi «alti» insomma che vanno ben al di là delle competenze di chi amministra la città, seppure di Capitale si tratta. E non c'è via di mezzo. Sulle mozioni, si va dalla parte «nobile» che porta sulle spalle di Roma tematiche internazionali alla parte «di casa». Sarebbe ingiusto chiamarle «marchette» ma certamente la mozione, più che uno strumento di indirizzo politico al governo della città, è uno strumento di attività politica del singolo consigliere comunale che, avendo di fatto ben poco potere, può mostrare ai suoi elettori almeno un testo approvato dall'aula capitolina. Per questo si spiegano tante firme e tanti voti «trasversali», un bon ton tra colleghi che significa la sopravvivenza di tutti. Un modo insomma per pensare, e far vedere, che ci si interessa ai propri quartieri. Si chiede l'impegno del sindaco e della giunta, ad esempio, per «procedere all'appalto per la manutenzione della fontana di piazza Camillo Lariedo (zona Alessandrino), per realizzare un parcheggio a piazzale Clodio, per avviare un'indagine «sulle cavità presenti nella zona di Villa Certosa» in VI Municipio. Ancora, si chiede l'impegno per un parcheggio in via Papiria, per prolungare l'assistenza ai profughi, rifugiati, titolari di protezione internazionale nel Centro di assistenza del Forlanini. Ci sono poi alcune mozioni che si portano avanti anche per mesi prima della loro approvazione, come il caso della richiesta al sindaco e alla giunta «di intervenire presso la Cassa italiana Assistenza Geometri, proprietaria del complesso immobiliare in via Appia Nuova affinché rinnovi i contratti di locazione ai conduttori residenti applicando una maggiorazione non superiore al 5%». Iscritta nell'ordine dei lavori del 5 novembre è stata bocciata il 22 febbraio. Mistero poi sulla mozione in discussione oggi, che prevede l'impegno del sindaco a porre in essere le iniziative necessarie alla tutela degli inquilini degli immobili di proprietà dell'Associazione Cassa Nazionale Previdenza Ragionieri. Un testo simile era stato già approvato in una analoga mozione il 18 febbraio. E ancora, la prima mozione in discussione oggi, quella dell'intervento «per intervenire per sostenere la partecipazione dei giovani alla vita cittadina» era già inserita nell'ordine dei lavori del 3 dicembre. Stessa mozione, stesso proponente. E chissà magari, come il caso della Cassa Nazionale Previdenza Regionieri, forse anche approvata. Ma del resto, si discuta di bilancio o della difesa della balena, il magro gettone di presenza dei consiglieri capitolini è sempre lo stesso.