L'Onu condanna, Israele: "Ipocrita"

Israele assediata. Solo un timido appoggio dagli Stati Uniti che alle nazioni Unite ha cercato di stemperare i toni di una risoluzione di condanna. Dopo 10 ore di schermaglie con la Turchia, il Consiglio di Sicurezza ha stigmatizzato gli «atti» a bordo della Mavi Marmara e intimato un'indagine «rapida, imparziale, autorevole e trasparente» sull'attacco alla flottiglia filo-palestinese scartando l'ipotesi di una commissione indipendente. Israele, sebbene non citato direttamente nella dichiarazione dell'Onu, ha replicato definendo «ipocrita» la condanna del Consiglio di sicurezza. Per il portavoce del ministero degli Esteri, Yigal Palmor, la dichiarazione è stata «precipitosa e non ha lasciato un tempo di riflessione». Si è trattato, ha aggiunto, di «un riflesso condizionato basato unicamente su certe immagini televisive e su una certa dose di ipocrisia, non sulla conoscenza dei fatti». Palmor ha anche spiegato che finora è stato difficile dare un nome ai nove morti nel blitz israeliano sulle navi perché gli altri attivisti si rifiutano di identificarli. «Il blitz israeliano dimostra che la pace in quella regione è più necessaria che mai», ha detto il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs. Oggi tornerà in Palestina l'inviato di Obama Mitchell che dovrà affrontare, oltre il ripristino dei negoziati, la questione del blocco di Gaza. Silvio Berlusconi ha espresso preoccupazione per i fatti e dolore per le vittime: «La dinamica dei fatti dovrà essere oggetto di un'inchiesta - ha aggiunto - Il Governo è in attività per seguire la sorte dei nostri connazionali. Invitiamo Israele a dare un deciso segnale per la soluzione della situazione umanitaria a Gaza». Dal Vaticano arriva una dura presa di posizione, pur senza riferimenti diretti all'attacco alla flottiglia. L'occupazione israeliana viene definita «un'ingiustizia politica imposta ai palestinesi». Una dura presa di posizione arriva dal segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen, che chiede a Israele di liberare immediatamente i civili (circa 700) e le navi coinvolte nel blitz, unendosi agli appelli delle Nazioni Unite e dell'Unione Europea per «un'inchiesta imparziale, credibile e trasparente sull'accaduto». Parigi esige «la liberazione immediata» dei nove francesi detenuti. L'atteggiamento più intransingente arriva dall'«alleato» Erdogan. «Il comportamento di Israele deve essere assolutamente punito» tuona da Ankara il premier Tayyip Erdogan, condannando il raid e l'uccisione di quattro connazionali. «Psicologicamente per noi è come l'11 Settembre» ha aggiunto il ministro degli Esteri Ahmet Davutoglu prima di incontrare a Washington il segretario di Stato Hillary Clinton. Davudoglu ha detto che Israele «crede di essere al di sopra di qualsiasi legge» e paragonato l'attacco a quello dei pirati al largo della Somalia. La minaccia di Ankara è forte: rottura delle relazioni militari ed economiche tra i due Paesi. «Nulla sarà più come prima nelle relazioni tra il nostro Paese e Israele», ha aggiunto Erdogan prima di ricevere, in serata, la telefonata del presidente degli Stati Uniti Obama.