Lavoro, governo battuto alla Camera Sfiorata la rissa tra finiani e azzurri

Il governo è stato battuto per un solo voto sul ddl lavoro che è all'esame dell'aula di Montecitorio. L'emendamento Damiano, presentato dal Pd, all'articolo 31 del ddl lavoro relativo in particolare alle clausole compromissorie è stato approvato, con il no di governo e relatore, con lo scarto di un voto: 225 favorevoli e 224 contrari. Alla maggioranza mancavano quindi due deputati per bocciare l'emendamento. Non sembra essere stata una imboscata delle opposizioni che avevano in aula alla Camera dieci parlamentari in meno rispetto a questa mattina. A pesare sull'esito della votazione soprattutto le assenze nelle file del pdl che, oltre ad avere 45 deputati in missione, ha registrato 50 assenti contro i tre della Lega. Significativi anche i vuoti nelle file del Pd: 12 in missione e 23 assenti. Il relatore Giuliano Cazzola ha chiesto una sospensione della seduta per riunire il comitato dei nove.   "TRAPPOLA DEI FINIANI" - Dopo il voto a Montecitorio si sono vissuti momenti di tensione. Il deputato del Pdl, Giancarlo Lehner ha accusato il finiano Antonino Lo Presti di aver organizzato una trappola sul voto. "Ma quale imboscata dei finiani! Ti devi vergognare a dire queste cose!", è stata la risposta del deputato vicino a Gianfranco Fini. Qualche spintone e qualche parola di troppo e per poco i due non sono venuti alle mani proprio in Transatlantico. A dividerli è stato il deputato del Pdl, Simone Baldelli.  Ad arrabbiarsi anche Fabio Granata che è andato da Baldelli per far presente l'assurdità dell'accusa. "Dite a Berlusconi che se manda avanti questi personaggi finisce male...", è stato lo sfogo di Lo Presti.