Dentro Buontempo e Malcotti Sorpresa Cetica e Zappalà

Aveva detto «entro domenica farò la giunta» e così è stato. La fumata bianca sulla squadra di governo della Polverini è arrivata ieri sera e, come ogni nomina che si rispetti, non mancano le sorprese sotto tutti i punti di vista: numero, partiti, sesso, territorio. Innazitutto sul numero. I neo assessori della giunta Polverini, che firmeranno le deleghe probabilmente oggi, sono 13 e non 16 come nella precedente giunta di centrosinistra. Poi sui partiti: è assente l'alleato Udc e importanti correnti romane del Pdl; ancora, le donne: solo due, tre contando anche la presidente. E infine le Province, Frosinone è rimasta fuori dal governo regionale, anche se dovrebbe prendere il capogruppo in Consiglio regionale con Franco Fiorito. Nella neonata giunta Polverini sono gli ex di Fi a farla da padrone, nel particolare le correnti di riferimento Tajani-Scajola. Ecco allora i nomi degli «azzurri»: Fabio Armeni, vicepresidente della giunta con delega all'Urbanistica e Territorio; Francesco Battistoni (Viterbo) alle Politiche agricole; Giuseppe Cangemi agli Enti locali e Sicurezza; Marco Mattei all'Ambiente; Stefano Zappalà al Turismo e Made in Lazio; Fabiana Santini all'Arte, Sport e Politiche giovanili. Per quanto riguarda gli ex di An, predomina la corrente di Fabio Rampelli con Francesco Lollobrigida alla Mobilità e Trasporti e Antonio Cicchetti (Rieti) alla guida dell'Istruzione e della Cultura; entra, in quota Alemanno, Pietro Di Paolo designato alle Attività produttive e Rifiuti, mentre in quota Augello, è Luca Malcotti che guiderà le Infrastrutture e i Lavori pubblici. Due poi gli assessori in quota Polverini, Stefano Cetica che guiderà il delicato assessorato al Bilancio e Mariella Zezza alla quale sono state affidate le deleghe al Lavoro, Politiche sociali e Famiglia. A La Destra di Storace è andato invece l'assessorato alla Casa, alla Tutela dei consumatori e al Terzo settore che è stato affidato a Teodoro Buontempo. Restano comunque ancora due assessorati disponibili, quello al Personale, non assegnato, e almeno una delle deleghe accorpate ai 13 assessori. La Sanità, ricordiamo, fa capo alla Polverini. La porta per un eventuale ingresso dell'Udc sarebbe così rimasta semichiusa.