Più golf per tutti

Più golf per tutti. Sarà probabilmente il provvedimento di maggior peso del prossimo consiglio dei ministri. Il golf non più sport elitario, ma sociale, aperto a chiunque, leva per il turismo. E poi sfida aperta alla concorrenza internazionale, a cominciare da Spagna e Portogallo. Un testo che apre alle famiglie, che va incontro alle loro esigenze. Si tratta di un disegno di legge preparato da Michela Vittoria Brambilla, ministro del Turismo, e che punta proprio a dare un nuovo impulso allo sport che ha reso famoso Tiger Woods. Disegno che potrebbe essere approvato dal governo già dalla prossima riunione di domani. Il testo in effetti si propone di incentivare il golf in Italia, rendendolo più «sociale».   In che modo? Anzitutto costruendo nuovi impianti anche «in aree naturali protette previo il nulla osta dell'ente parco nazionale e dell'ente gestore delle aree marine protette». E poi anche consentendo la costruzione di strutture ricettive per «garantire i servizi e il pernottamento per i turisti». Anzi, ad essere più precisi sarà possibile edificare nuovi resort solo se prima sarà completato il nuovo campo. Naturalmente il ddl è solo una cornice nazionale visto che molte delle decisioni sono demandate alle Regioni e agli enti locali. Il business del golf, nella relazione tecnica, è considerato «uno dei settori strategici» per il turismo anche se «purtroppo è oggi interpretato in Italia come attività per pochi soggetti abbienti». In realtà, si sottolinea nel documento, questa considerazione si ha solo in Italia a causa di «una seria politica volta a incentivare e diffondere la pratica del golf e allo sviluppo di questo business, legata alla scarsa consapevolezza delle opportunità che il golf offre allo sviluppo economico del nostro Paese». Si accenna anche a possibili incentivi affinché l'imprenditoria italiana sia motivata a investire. «Il golf - è scritto nella relazione che accompagna il disegno di legge - non è, contrariamente all'opinione generale, uno sport d'elite, adatto solamente ad una cerchia di persone con reddito elevato: è un'attività sportivo-ricreativa a diffusione mondiale che offre l'opportunità di svolgere un'attività all'aria aperta e quindi trovare una sana evasione alla vita quotidiana mantenendosi in forma». Non solo, ma a giudizio del governo «il gioco, accompagnato dal piacere di godere della bellezza della natura, permette di superare barriere di età, di sesso e di abilità individuali. Inoltre il gioco rappresenta una straordinaria occasione per la riconversione di aree industrialmente dismesse, nonché per aree agricole, anch'esse in situazioni di abbandono o di scarso utilizzo».   Oggi, spiega la relazione, in Italia ci sono soprattutto campi senza servizi annessi e questo diventa un disincentivo a coloro che pensano a week end con famigliola annessa. «Ben diversa è la situazione nei Paese, anche vicini al nostro, dove, in molti campi da golf, esiste un albergo annesso (golfresort)». Insomma, il torneo diventa un'occasione per un evento di turismo non solo per i player ma anche per quelli che lo accompagnano che magari sfruttano l'occasione per visite turistiche, storiche, culturali, enogastronomiche. In Italia questo mercato in pratica non esiste. E questo fa sì che «molti giocatori italiani e moltissimi giocatori stranieri preferiscano disputare le loro competizioni in campi situati in altre nazioni europee». L'iniziativa della Brambilla si muove proprio in questa direzione. «Si rende necessario, per far concorrere l'Italia nella competizione internazionale, di creare sul territorio impianti golfistici dotati di percorsi a 18 buche e di includere, nel pacchetto dei servizi turistici offerti, anche altri prodotti e strutture ricettive turistiche, largamente disponibili nelle località concorrenti come Spagna, Portogallo e Nord Africa». Il golf così diventa il traino per promuovere un'intera area turistica. A costo zero, Tremonti può stare tranquillo. Nel testo si assicura il «pieno rispetto ambientale» anche se lo stesso ddl prevede alcune deroghe per la costruzione degli impianti, tra cui viene prevista la possibilità di costruirli presso le aree protette. Ma non solo. Un capitolo infine è dedicato agli incentivi per la costruzione delle strutture ricettive per il pernottamento e i servizi dei turisti. Una volta edificati i resort però non potranno essere venduti per «i successivi cinque anni alla messa in esercizio del campo da golf, fatto salvo il caso - recita il secondo comma dell'articolo 3 - in cui l'acquirente compartecipi finanziariamente alla gestione e al corretto funzionamento dell'impianto golfistico». E ora per Berlusconi non resta che andare in buca.