Santoro mette in scena il suo circo Barnum

Sarà la Woodstock dell'informazione italiana. Un giorno (tre sarebbero stati eccessivi) di pace e mobilitazione contro la decisione di imporre il silenzio ai talk-show della Rai. Archiviati i tempi in cui Marco Travaglio accusava Giovanni Floris di trattare solo certi argomenti e di non invitare «tutti quelli che sono fuori dal recinto». Archiviati anche quelli in cui Gad Lerner, schierandosi con Giuseppe D'Avanzo, accusava il buon Marco di «esibizione generica delle notizie». Giovedì saranno tutti insieme sul palco del Paladozza di Bologna per partecipare a Raiperunanotte. Era stato addirittura invitato Bruno Vespa (così almeno dice Michele Santoro) quello che, sempre nel Vangelo secondo Travaglio, «all'estero neanche lavorerebbe». Ma il conduttore di Porta a Porta non ci sarà. Così come Lucia Annunziata che voleva esserci ma è impegnata all'estero. Mentre non sono previsti politici («non sono previsti e mi auguro che non ci siano», commenta secco Santoro). In compenso saliranno sul palco Riccardo Iacona, Norma Rangeri, Milena Gabanelli, Antonello Venditti, Teresa De Sio, Nicola Piovani, Elio e le Storie Tese, Antonio Cornacchione, il Trio Medusa e, special guest, Daniele Luttazzi. Roberto Benigni ha già registrato un'intervista con Sandro Ruotolo. Morgan, pur operato recentemente alle corde vocali, farà di tutto per esserci. Così come Sabina Guzzanti. Al Gore trasmetterà l'evento sul suo canale Current tv e ha inviato un messaggio di sostegno. E, ovviamente, non poteva mancare un finiano: Filippo Rossi direttore del magazine web della fondazione Farefuturo. Un grande circo Barnum cui si aggiungeranno altre sorprese. Guai, però, a parlare di «Santoro day». «Non si tratterà di un monologo - spiega il conduttore di Annozero - ma di un percorso fatto da una squadra». Anche perché, formalmente, quella di giovedì è una manifestazione sindacale promossa dalla Federazione nazionale della stampa. E infatti la conferenza stampa di presentazione si tiene nella sede della Fnsi e tocca a Franco Siddi introdurre il fantastico trio Santoro-Travaglio-Vauro. Una presentazione che rischia subito di trasformarsi in un autogol. Siddi, neanche fosse un Berlusconi qualunque, li definisce orgogliosamente «giornalisti schierati». Marco lo fa garbatamente notare a Michele che, da vero fuoriclasse, rilancia: «È vero, noi siamo giornalisti schierati, ma dalla parte del pubblico e dell'informazione. Da Bologna racconteremo ciò che ci è accaduto». Ma è su un punto in particolare che Santoro insiste: «Quello di giovedì sarà il primo sciopero bianco degli abbonati Rai che, di fronte al fatto che sono stati privati dei loro programmi, cercheranno in tutte le maniere di poterli vedere. E siccome, come ha ricordato Sergio Zavoli, intorno alla nostra informazione è stato creato un filo spinato, noi lo bucheremo». I numeri per riuscirci ci sono tutti. I 5.800 posti del Paladozza sono esauriti. L'obiettivo di 50mila persone che verseranno 2.5 euro è praticamente raggiunto (i costi finali si aggireranno intorno ai 130mila euro). L'evento sarà trasmesso da Rainews24, SkyTg24, dal digitale terrestre di Repubblica, oltre che da una miriade di emittenti locali, radio e siti internet (la lista completa è disponibile sul sito www.raiperunanotte.it). Resta solo una domanda: Santoro e il suo circo romperanno il silenzio per dire cosa? «Il nostro - spiega il conduttore - è un avvertimento democratico per tutti: non si può mettere a tacere il dissenso e il silenzio verrà spezzato. La nostra è un'iniziativa per e non contro. Berlusconi non ci sarà, ma è una sua scelta. Noi ci battiamo anche per lui». Dopo di lui prende la parola Travaglio: «Sembra una prova di forza ma in realtà, quando il re della televisione ha paura delle telecamere, è una forma di debolezza e mi viene da pensare a Hitler nel bunker, che, per paura delle luci, le spegne». Quindi spazia dall'editto bulgaro allo scandalo di Trani. È tutto chiaro. Si tratta della solita «manifestazione per». Per cacciare Berlusconi.