Ex Pd acchiappavoti della destra

Sono quelli che ce l'hanno fatta. O meglio, proprio i miracolati. Quelli che, se tutto va bene, si ritroveranno seduti in Consiglio regionale, eletti con meno consensi di un amministratore di condominio. Sono i candidati della lista civica Polverini che nel pasticcio che ha cancellato il Pdl nel Lazio hanno conquistato la ribalta. In questa storia in cui la realtà supera ogni possibile immaginazione, per il centrodestra dopo il danno potrebbe esserci anche la beffa. Tra i civici, infatti, hanno più possibilità di farcela quelli che vengono dal centrosinistra. Sono politici di professione ma in virtù del cambio di casacca sono stati accolti nella formazione che raccoglie la società civile.   Gianfranco Bafundi è stato eletto nella scorsa legislatura con l'Udc, poi è approdato all'Udeur, in seguito al Pd, dopo ancora ad Alleanza per l'Italia di Rutelli. È stato folgorato sulla via della Pisana da Renata: non ci ha pensato due volte e ha fatto il salto della quaglia. I voti ce l'ha. Eccome.   Paola Guerci era assessore alla Cultura con la Giunta provinciale guidata da Moffa. Fulminata dal mago Walter (Veltroni) si è ritrovata alla presidenza dell'Ipab Santa Maria in Aquiro, un ente di beneficenza che gestisce più di duecento appartamenti. Poi l'ex sindaco ha tentato l'impresa nazionale e ha perso. La Guerci si è guardata intorno e ha deciso di «riciclarsi».   Alessandro Battilocchio, nome di punta di Sinistra e Libertà alle ultime Europee, è rientrato in lista per il rotto della cuffia. Ma ce l'ha fatta. Senza il Pdl in campo sbancherà, soprattutto nella zona tra Civitavecchia e Tolfa dove non ha la concorrenza di Donato Robilotta. Il quarto moschettiere è Angelo Miele. Il vulcanico sindaco di Valmontone, eletto col centrosinistra, si prepara a un risultato importante. Gira come una trottola e ha un curriculum di tutto rispetto. È stato lui a scrivere la delibera che ha cancellato l'Ici ai cittadini che avessero i balconi fioriti. Stavolta a fiorire è la sua carriera politica. Eccoli i magnifici quattro. Quelli che, almeno sulla carta, conquisteranno più voti. Tutti di sinistra. O quasi. Ma una volta in Aula resteranno con il centrodestra anche se dovesse finire all'opposizione? Di certo rimarrà dove si trova da cinque anni Francesco Saponaro. Ex assessore al Commercio della Giunta Storace dal 2000 al 2005, non si è mai mosso. Il centrosinistra gli ha copiato tutte le delibere (tranne quella per liberalizzare i saldi, l'unica a cui teneva), ha sbandato verso il Movimento per le Autonomie ma è subito rinsavito. Di lui dicono: «Speriamo che sia eletto perché sennò chi governa?». Ma chi ha fatto bingo davvero, a meno che la lista del Pdl non sia riammessa in extremis, sono i candidati «della porta accanto». Quelli che non hanno volti noti, che non hanno fatto né il sindaco né l'assessore. Doppiamente fortunata la repubblicana (pentita) Valeria Giuseppa Gangemi. In un primo momento esclusa dal Tar è stata riammessa alla competizione elettorale. «È facile dire che per noi adesso la strada è in discesa. Penso, invece, che sia aumentata la responsabilità», dice. Che sia l'unica con i piedi per terra? Perché gli altri più di un pensierino ce l'hanno fatto. Se non proprio assessori, almeno un ruolo decisivo. Anche perché tanti saranno «adottati» dagli acchiappavoti del Pdl esclusi dalla competizione. A quel punto ci sarà solo da essere «riconoscenti».