«Si tratta di un episodio mai registrato prima d'ora e in un momento particolarmente delicato per la vita socio-economica di questa terra che vede la magistratura impegnata nella lotta contro la famiglie della criminalità organizzata».

«Isequestri e la confisca dei patrimoni illecitamente accumulati e tutte le altre misure di prevenzione, uniti ai processi pendenti in Corte d'appello, continuano a produrre nervosismo nelle forze dell'antistato - ha proseguito -. Questo atto, ne sono certo, servirà da stimolo alle istituzioni, iniziando dal Comune di Reggio Calabria, a proseguire sulla strada del cambiamento, della trasparenza e della moralizzazione della cosa pubblica, condizione indispensabile per emarginare sempre di più qualsiasi forma di illegalità». «Esprimo, a nome della città, solidarietà e vicinanza alla magistratura reggina che in questi ultimi anni ha inferto ai poteri criminali un duro colpo, aggredendo i patrimoni della 'ndrangheta come mai era accaduto prima, mettendo in campo grande professionalità e competenza rispetto a un tema delicato come quello del contrasto alla criminalità organizzata che rappresenta, in una città in grande crescita, un cancro da estirpare». «Questo atto - continua Scopelliti - spinge tutte le istituzioni a partire dal Comune a continuare nel lavoro di trasparenza e di moralizzazione della cosa pubblica per arginare sempre più all'interno della nostra comunità le forme di illegalità». Segnaliamo a parte l'affermazione, in una nota congiunta, del presidente del movimento antimafia «Ammazzateci Tutti», Aldo Pecora, e di Rosanna Scopelliti, figlia del magistrato reggino ucciso dalla 'ndrangheta nel '91: «Non è certo di buon auspicio che quegli stessi uffici che nella loro nuova sede saranno intitolati al giudice Antonino Scopelliti oggi vengano fatti oggetto di siffatta brutalità». E «L'attentato - continuano Pecora e Scopelliti - rievoca le immagini già indelebili di via dei Georgofili a Firenze e di Piazza San Giovanni a Roma, per non passare in rassegna le stragi di Palermo del '92. Bisogna assolutamente sostenere l'azione degli inquirenti e dell'intelligence calabresi, è questo quello che chiediamo allo Stato». «Coloro i quali perseverano nel tentativo di affermare la legalità e la giustizia - concludono - siano essi magistrati, uomini delle forze dell'ordine o semplici cittadini, sappiano che non saranno mai lasciati soli. Mai». Mar. Coll.