Tevere, spettacolo e paura

Il Tevere torna a far paura. Ha quasi raddoppiato la sua portata abituale, che è di sei metri e mezzo. Il picco è stato raggiunto ieri tra le 20 e le 22 quando l'acqua ha lambito quota 11 metri. Solo 2,5 in meno della piena dell'anno scorso con l'incubo staripamento che indusse il sindaco Alemanno ad invitare i romani a non uscire di casa e a non prendere la macchina. Al momento, comunque, il rischio esondazione non c'è. Lo assicura la Protezione civile. Il vicecapo Dipartimento, Bernardo De Bernardinis, ha definito la situazione «assolutamente governabile» anche se l'«l'allerta è al massimo» con vigili del fuoco, polizia fluviale e protezione civile che vigilano 24 ore su 24.   L'altra notte non hanno chiuso occhio per tenere la situazione sotto controllo. E i prossimi giorni si preannunciano uguali. L'attuale piena è dovuta soprattutto alla grande quantità d'acqua portata dal fiume Paglia, affluente del Tevere a nord di Viterbo. Mentre i prossimi picchi previsti per il fine settimana, invece, sono dovuti alle piogge dei giorni scorsi. Quando piove, infatti, ci sono tempi di reazione tra gli affluenti e il Tevere. Un ingrossamento a chilometri e chilometri di distanza ha bisogno anche di alcuni giorni per produrre i suoi effetti a valle. Così le nuove perturbazioni annunciate dai meteorologi per questi giorni avranno i loro effetti sul fiume solo da domenica in poi. De Bernardinis ha spiegato che «la nuova perturbazione prevista per domani e dopodomani (oggi e domani, ndr) investirà gli stessi bacini già saturi come l'Arno in Toscana, l'Aterno in Abruzzo e proprio il Tevere in Umbria e nel Lazio. In allerta - ha aggiunto De Bernardinis - quindi non c'è solo Roma, ma anche la Campania». A rassicurare i romani ci ha pensato il sindaco Alemanno: «Tutta le rete idrica del Tevere e dell'Aniene è sotto controllo per evitare sorprese. C'è la massima vigilanza e non si corrono pericoli». Un'iniezione di ottimismo necessaria, vista la paura che si è avuta l'anno scorso con i barconi divelti o incagliati nei ponti e lo straripamento dell'Aniene che ha messo in ginocchio la «Tiburtina valley». Una piena che fece anche due vittime. Un turista irlandese che si sporse troppo proprio per vedere da vicino il fiume e che cadde scomparendo nella corrente. E una donna che morì annegata nella sua auto rimasta bloccata in un sottopassaggio al confine tra il Comune di Monterotondo e quello di Roma. Ieri sera l'acqua aveva ampiamente superato le banchine e arrivava a coprire in gran parte gli archi dei ponti. Decine di romani e turisti si sono fermati ad ammirare immagini suggestive e allo stesso tempo preoccupanti assiepati sui Lungotevere all'altezza di Ponte Milvio, Ponte Mazzini, Ponte Sisto e all'Isola Tiberina. Per controllorare la situazione i tecnici effettuano misurazioni continue all'idrometro di Ripetta a cui storicamente è affidato il controllo del polso del Tevere. Proprio qui nel dicembre 2008 il livello toccò 13,54 metri. Dal summit alla Protezione civile che si è tenuto ieri in via Vitorchiano a cui hanno partecipato anche Comune, Provincia e Regione è venuto l'appello a non abbassare la guardia: verifica degli ormeggi dei barconi, delle cabine elettriche e dei piani terra degli ospedali nelle vicinanze del fiume. «Occorre allertare tutti - ha detto De Bernardinis». Il prossimo picco è atteso oggi pomeriggio tra le 15 e le 16. Un picco però che non dovrebbe superare gli 11 metri di ieri notte. Come spiegano gli esperti, infatti, una volta che viene raggiunta la massima altezza il livello torna ad abbassarsi fino a che non sopraggiunge il nuovo fenomeno.