D'Alema inguaia Bersani Scoppia il caso Puglia

  Come in una balera con il sottofondo della indimenticabile «Vengo anch’io? No, tu no» di Enzo Jannacci, il dibattito nel centrosinistra pugliese per l’individuazione del candidato governatore diventa con il passare delle ore sempre più animato.   Veti incrociati ai danni di Nichi Vendola e manovre di Palazzo per sostituirlo con il sindaco di Bari Michele Emiliano (o in alternativa con il rettore dell'Università Corrado Petrocelli) si intrecciano e prefigurano scenari possibili di conflittualità tra Pd e Sinistra e Libertà che potrebbero allargarsi a livello nazionale. L'attuale presidente della Regione, dopo essersi ricandidato autonomamente dagli orientamenti della coalizione che lo ha sostenuto finora, registra la quotidiana ostilità dei Democratici pugliesi verso una soluzione che allontanerebbe l'allargamento della maggioranza all'Udc e all'Italia dei Valori. Contro questo andazzo ha rilanciato un personale attivismo multimediale e proposto un appello ai pugliesi con una video lettera diffusa su YouTube... Una lettura di respiro nazionale sulle inquietudini del rapporto tra il fronte della sinistra alternativa riunito nel cartello di Sinistra e Libertà e il partito di Pier Luigi Bersani, è fornita da Gennaro Migliore, già capogruppo di Rifondazione Comunista alla Camera, e dopo la scissione animatore del Movimento per la sinistra con Nichi Vendola e Franco Giordano. «Riscontriamo una situazione di impasse - spiega il politico napoletano - perché il Pd non ha ancora deciso cosa fare da grande». L'analisi di Migliore è articolata e spigoloso soprattutto nei confronti del tandem Bersani-D'Alema. «Immaginavamo che con l'elezione del nuovo segretario fosse definitivamente chiusa la stagione dell'autoreferenzialità e dell'autosufficienza. Invece queste dinamiche si stanno riproponendo con forza in Puglia, dove nei confronti di un governatore che ha prodotto un modello realmente innovativo di amministrazione il Pd subisce le prese di posizione di Udc e di Di Pietro». Poi c'è un «siluro» per il lìder Maximo. «D'Alema è impegnato nel cancellare l'anomalia pugliese rappresentata da Nichi, facendogli pagare le sue posizioni a favore della pubblicizzazione dell'acqua e la spiccata sensibilità per le energie alternative». Anche i Verdi, o almeno la parte legata al neosegretario Angelo Bonelli, è fuori rotta. «Le posizioni del partito ecologista sono in questi giorni parte integrante di una coalizione che è spiccatamente pro nucleare. Questo mi sembra quantomeno un controsenso».   Infine l'affondo del dirigente di Sinistra e Libertà: «Avevamo accolto con soddisfazione le aperture di Bersani - conclude - il quale aveva immaginato di costruire un asse politico con SL. D'Alema la pensa diversamente e questa distonia potrebbe acuire le distanze che sono all'ordine del giorno anche in altre Regioni. Mi riferisco al Lazio: dopo il caso Marrazzo sarebbe necessario uno scatto per tenere in vita l'alleanza. Ma finora non si è vista nessuna apertura o innovazione. Senza parlare della designazione di Penati per la Lombardia... Anche in Calabria non c'è la coalizione, ma c'è Loiero: un governatore "più adeguato" alle politiche del Pd...". Intanto in Puglia proseguono le schermaglie tra Nichi Vendola («farmi fuori è la "soluzione finale" contro l'anomalia che rappresento») e Michele Emiliano. La diffusione di un fuori onda del sindaco di Bari nel quale denunciava lo scarso consenso rilevato dai sondaggi sul governatore è apparso un ennesimo atto di belligeranza tra i due contendenti. E il primo cittadino ha allora auspicato che fosse proprio Vendola a chiedergli di candidarsi alla Regione. Pronta la replica velenosa, sul filo del sarcasmo: «Non gli farei mai un torto simile, non lo farei né a Michele Emiliano né alla città di Bari». Parafrasando Jannacci, «Mi candido io?». «No, tu no...».