Per gli Enti locali il taglio delle poltrone diventa facoltativo

Siè cominciato a votare a fine pomeriggio ed è stato approvato solo l'articolo 1, quello relativo al saldo netto da finanziare. A dare uno stop alle votazioni è stata la bocciatura e il congelamento da parte della presidenza della commissione di diversi emendamenti del governo. Per sbloccare questo impasse è intervenuto lo stesso ministro dell'Economia Giulio Tremonti che ha incontrato con il suo consigliere Marco Milanese, il presidente della commissione Bilancio Giorgetti, il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli e i sottosegretari Luigi Casero e Giuseppe Vegas. In serata c'è stato un vertice di maggioranza per valutare le proposte di modifica parlamentari e rielaborare gli emendamenti del governo. Tra gli emendamenti di maggioranza spunta però un mini balzello. Il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli ha fatto sapere che potrebbe arrivare direttamente in Finanziaria, con emendamenti parlamentari, un aumento delle tasse aeroportuali da da 1 a 3 euro. I tre nodi più spinosi da risolvere sono quelli relativi alle misure che anticipano la Carta delle Autonomie (con il taglio ai consiglieri e agli assessori comunali e provinciali), la ripartizione del gettito che verrà dallo scudo fiscale ma soprattutto il patto della Salute che va concordato con la Conferenza Stato-Regioni, convocata per oggi. Per gli enti locali la soluzione in vista sarebbe di lasciare a comuni e province la scelta di come attuarli: se procedere con un taglio del numero dei consiglieri o con una diminuzione di altre voci di spesa. Lo Stato ridurrà comunque i trasferimenti. Nel frattempo sono arrivate le relazioni tecniche necessarie a scongelare, tra l'altro, gli emendamenti sulla Giustizia (con la tassa sui ricorsi e l'affidamento a privati del recupero dei crediti, che valgono in totale 3 miliardi) del pacchetto Welfare (1,125 miliardi di cui 800 milioni al bonus produttività), i 600 milioni per Roma capitale e i fondi per lo Stretto di Messina. Queste ultime tre misure sono legate, però, a filo doppio con il patto per la Salute, che dovrebbe dare la maggior parte delle risorse per finanziarli. Sono stati ripescati alcuni emendamenti di maggioranza in un primo tempo bocciati e poi ammessi a seguito del ricorso. Si tratta, tra l'altro, di misure riguardanti interventi per la Banda Larga, il credito di imposta per l'innovazione nel settore della ricerca, ma anche un pacchetto Demanio che prevede una riorganizzazione dell'Agenzia (che diventerebbe Demanio dello Stato) in senso privatistico per gestire meglio il patrimonio immobiliare e le locazioni allo Stato. Rientrano dalla finestra anche se con una serie di paletti gli emendamenti parlamentari che puntano a introdurre la Banca del Sud direttamente in Finanziaria. Arriva direttamente nel Bilancio con un emendamento del governo, infine la dotazione economica per il ministero della Salute che, ancora non c'è, ma è stato preannunciato da una proposta di legge approvata nelle scorse settimane alla Camera e che lo scorpora da quello del Welfare.