Rutelli:"Lascio subito il Pd Casini è un interlocutore essenziale"

«Lascio il partito democratico. Subito, anche se con dolore. Il Pd è stato il sogno di molti anni, ma non è mai nato. Nonostante la passione e la disponibilità di tanti cittadini, non è il nuovo partito per cui abbiamo sciolto la Margherita e i Ds, ma il ceppo del Pds con molti indipendenti di centrosinistra». A dirlo è Francesco Rutelli, che in un'intervista al Corriere della Sera definisce Casini «interlocutore essenziale» per il nuovo partito di centro. «Sospendendo l'attività della Margherita abbiamo posto tre condizioni: niente approdo nel socialismo europeo; basta collateralismo; pluralismo politico. La promessa non è stata mantenuta», dichiara Rutelli. «Non ho nulla contro un partito democratico di sinistra, ma non può essere il mio partito». Il fondatore della Margherita sottolinea la necessità di cambiare l'offerta politica, altrimenti «tutto è già scritto: vince una destra dominata dal patto Berlusconi-Lega. Cambiare l'offerta politica - afferma - significa unire forze democratiche, liberali, popolari. Contrapporsi al populismo di destra, alla xenofobia, al radicalismo di sinistra, al giustizialismo. E definire una proposta credibile. Il mio desiderio è far crescere una squadra, non un partito di Rutelli. Casini - aggiunge - è un interlocutore essenziale». Al Pd «auguro comunque il meglio, nell'interesse del Paese». Bersani, dice, «è persona seria», ma «non so come intenda fare il suo lavoro di inclusione nel partito che guida. A me, da quando si è candidato, non ha fatto neppure una telefonata». Rutelli dichiara di non aver parlato con Berlusconi, mentre nell'incontro con D'Alema «abbiamo parlato di economia, dell'incredibile caso Marrazzo e della sua candidatura, che giudico eccellente, per la guida della politica estera europea. Quanto al Pd, mi ha detto che ci sarebbe spazio per me, ma gli ho spiegato che questo non è il Pd che avrei voluto far nascere. Potremo collaborare da postazioni diverse, e ho fiducia che questo amplierà le forze». In merito alle esperienze politiche precedenti, «mi onoro di aver aderito ai Radicali, ai Verdi e alla Margherita», dice Rutelli. «Quanti ex fascisti non vengono interpellati allo stesso modo? Quanti ex rivoluzionari di sinistra oggi siedono nel governo Berlusconi? Nel Pdl sanno che il loro potere non sopravviverà nel dopo Berlusconi. Guardando a sinistra - prosegue - molti altri hanno avuto almeno tre partiti prima del Pd: Pci, Pds e Ds. La differenza è che in cuor loro si sentono in perfetta continuità, e questa mancata discontinuità è uno dei maggiori problemi che avrà il Pd».