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Irap, accordo fatto per il mini-taglio

Il modulo per la denuncia dell'Irap

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Il dibattito sull'Irap si sposta in Parlamento. Il braccio di ferro tra coloro che vogliono subito un taglio dell'imposta e il ministero dell'Economia che si muove con i piedi di piombo, è iniziato. Il problema è quello della copertura. Tirare in ballo il gettito dello scudo fiscale viene giudicato a via XXSettembre troppo semplicistico. Prima di tutto perchè occorre attendere il 15 dicembre quando si saprà il risultato della sanatoria e poi perchè il gettito che verrà da questa operazione è una tantum e non può quindi coprire spese strutturali. Pertanto i tempi sono troppo stretti perchè il governo possa dare parere favorevole all'emendamento presentato dalla maggioranza in Commissione Bilancio al Senato che introdurrebbe già nella Finanziaria 2010 un primo taglio dell'Irap. Ieri i senatori di Pdl e Lega hanno presentato in Senato una riformulazione degli emendamenti in un testo comune per chiedere un mini-taglio dell'Irap. Si propone la detrazione dalle imposte dirette e indirette dell'Irap dovuta, sul totale delle retribuzioni pagate ai dipendenti per le imprese fino a 50 addetti e per le imprese sopra ai 50 addetti una detrazione pari alla percentuale tra il totale dei loro dipendenti e 50 addetti. Si introdurrebbe così una franchigia che azzera totalmente l'Irap sul costo del lavoro per le piccole e medie imprese e ne riduce proporzionalmente il peso su tutte le altre. Lo sgravio Irap proposto attraverso il meccanismo della detrazione dalle imposte dirette ed indirette (Ire, Ires, Iva) consente di non modificare le condizioni finanziarie delle Regioni, destinatarie del gettito Irap. I senatori di Pdl e Lega individuavano la copertura finanziaria del minore gettito per le casse dello Stato nella trasformazione dei cosiddetti «fondi perduti» in credito d'imposta. Ma su questo emendamento il governo intende prendere tempo. Come primo passo è stato deciso il rinvio all'esame dell'aula. Il viceministro dell'Economia, Giuseppe Vegas, che in serata ha incontrato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta per un confronto su questo tema, ha precisato che la bocciatura in commissione è stata necessaria per consentire la ripresentazione dell'emendamento in Aula e prendere in quella sede una decisione.   Vegas ha insistito sulla questione della copertura finanziaria che «per ora non c'è e quindi va trovata». Il viceministro non ha nascosto i suoi dubbi sulla possibilità che il Governo possa far proprio l'emendamento. Tutto pertanto è rimandato alla discussione dell'Aula. La volontà c'è ma si tratta di trovare i soldi. E in questa sede però, avverte il presidente della commissione finanze del Senato, Mario Baldassarri, bisogna decidere. «In Aula non vedo motivo di diniego per il taglio Irap e anche per l'introduzione dell'aliquota secca del 20% sugli affitti». Baldassarri però è contrario all'uso dello scudo fiscale per la copertura: «sarebbe una sciocchezza perchè la tassa è una tantum mentre quello sull'Irap è un intervento strutturale». Si è aperta così la caccia alle risorse come ha confermato anche il ministro della Lega Roberto Calderoli: «Si sta lavorando per questo. Tutto quello che può essere fatto lo si farà dopo aver trovato le risorse, anche se l'ultima parola spetta all'Economia e a Berlusconi». Calderoli poi sottolinea che il taglio dell'Irap «garantirebbe più posti di lavoro ed è una prevenzione a disoccupazione e cassa integrazione». Sulla proposta, non è escluso possa convergere l'opposizione. Il Pd, dice il segretario Pier Luigi Bersani «è d'accordo», a patto che rientri in un pacchetto di misure anti-crisi con la riduzione progressiva della pressione fiscale per i lavoratori e la detrazione fiscale per le famiglie». La stessa linea di Udc e Idv.  

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