Marcegaglia: «Giulio sbaglia è un ritorno al passato»

Solodieci giorni fa aveva ribadito tutto il suo appoggio al governo («Silvio vai avanti» aveva detto a Salerno) e sicuramente non si aspettava questa pugnalata alle spalle da Tremonti. Sì perchè l'apologia del posto fisso declamata dal ministro dell'Economia ha sorpreso ma anche infuriato il presidente della Confindustria Emma Marcegaglia. Tanto più che Berlusconi ha subito dato la sua copertura politica («per noi il posto fisso è un valore» ha detto) all'iniziativa di Tremonti. Questa doccia fredda arriva a pochi giorni dal forum della piccola impresa di Confindustria a Montova con ospite anche Tremonti che quindi si troverà sotto il tiro di quella imprenditoria che maggiormente ha beneficiato delle forme di flessibilità dell'impiego. L'appuntamento di Mantova quindi rischia di trasformarsi in un processo al ministro, già «colpevole» secondo i piccoli imprenditori, di non aver fatto abbastanza per aiutarli a contrastare la crisi economica. La Marcegaglia, con la base in rivolta, ieri ha stigmatizzato con una bocciatura secca le dichiarazioni di Tremonti. «La cultura del posto fisso è un ritorno al passato non possibile. Inoltre in questo Paese ha creato problemi». E giù l'elenco delle conseguenze dannose: «aumento della disoccupazione e del sommerso soprattutto nel Mezzogiorno, e proliferare nella pubblica amministrazione del fenomeno deprecabile dell'assenteismo e dei fannulloni». La Marcegaglia ci tiene a sottolineare che «nessuno è a favore della precarietà e dell'insicurezza, in un momento particolare come questo. Però noi siamo per la stabilità delle imprese e dei posti di lavoro, che peraltro non si fa per legge». Il presidente della Confindustria ha quindi ricordato che «la flessibilità regolata e tutelata, come quella fatta con Treu e Biagi ha creato tre milioni di posti di lavoro». Secondo Marcegaglia, «bisogna investire in formazione e in una migliore domanda e offerta che si incontrino, come peraltro è indicato nel libro bianco del ministro Sacconi». Infine sempre nella logica di respingere al mittente le critiche di quanti sostengono che il precariato è voluto dalle imprese, la Marcegaglia ha sottolineato che «l'industria è quella che fa più lavoro stabile mentre il grosso del precariato è nell'università, nella pubblica amministrazione e nella scuola. Bisogna dare una risposta a quello». Per Marcegaglia «la forza di questo paese non è la cultura del posto fisso, ma sta nei cinque milioni di piccoli e medi imprenditori che rischiano e vanno sul mercato e cercano di fare tutto il possibile anche in un momento come questo». Il presidente degli industriali ha evidenziato l'importanza del contributo che i governi stranieri «possono dare alle nostre aziende, attraverso i fondi sovrani. È senza dubbio un'opportunità che dobbiamo cogliere. Questi apporti di capitale possono infatti contribuire alla stabilizzazione delle nostre economie, ma soprattutto allo sviluppo dei settori più competitivi».