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Intanto,è importante ripartire dall'idea-forza, germinata spontaneamente, dopo il miracolo dei rifiuti operato da Berlusconi ed i grandi successi elettorali dei nostri candidati, Luigi Cesaro alla provincia di Napoli, Cosimo Sibilia ad Avellino, Edmondo Cirielli a Salerno. Il centrosinistra, in Campania, grazie a loro, è un animale, in tutti i sensi, in via d'estinzione. L'idea-forza, assai più tornita e corposa di un semplice slogan, è che la Campania può diventare, se non lo è già, la locomotiva elettorale, esemplare a livello nazionale, del popolo della libertà. Dietro a quei successi c'era sì l'effetto Silvio — è lui e solo lui a guidare sapientemente l'elettrotreno — ma non va dimenticata la squadra compatta e vincente, capace di micidiali ripartenze, i cui uomini di punta sono stati e sono, in primis Nicola Casentino, Mario Landolfi, Edmondo Cirielli, Luigi Cesaro, Cosimo Sibilia, quindi, Gennaro Coronella, Pasquale Giuliano, Giovanna Petrenga. Carlo Sarro, Maurizio Iapicca, Nunzia Di Girolamo, Nicola Formichella, e tanti altri preziosi attaccanti, difensori e centrocampisti del club Pdl. Per quanto riguarda il Cilento e il Vallo di Diano, io ci metto, per capacità, preparazione ed impegno, Antonio Episcopo, maestro e donno di legislazione regionale, quindi, Mario Fariello, Antonio Rinaldi, Nicola Valente, Costabile Nicoletti, Franco Romano, Peppe Gallo. Stefano Caldoro, a cui non posso non voler bene, visto che proviene, come me, dalla diaspora craxiana, non è, però, congruo alla succitata locomotiva, visto che, da candidato alla provincia di Napoli, racimolò una percentuale di consensi irriferibile. Caldoro, col suo nuovo Psi, raccoglie percentuali centesimali, ergo non può essere considerato vincente, benché, grazie a Silvio e allo squadrone Cosentino-Landolfi-Cesaro-Tagliatatela, anche il leggendario Labrador di Villa Certosa potrebbe risultare eletto. Tantomeno appare al passo con la Freccia Rossa campana del Pdl l'amico e collega Italo Bocchino, presunto conclamato sponsor di Caldoro, il quale, candidatosi, peraltro coraggiosamente e perigliosamente, alla Regione Campania, si beccò un risultato da dimenticare. Due, per quanti cari, colleghi ed amici trombati, per non dire trombatissimi, non mi pare possano mettersi di traverso, ostacolando il team vincente di Cosentino, Landolfi, Cesaro, Cirielli, Sibilia, i primi protagonisti dell'Alta Velocità campana. Al momento, il candidato naturale e vincente per la Regione Campania, uomo del territorio universalmente stimato, si chiama Nicola Cosentino, il quale, contrariamente ad altri, non s'è mai consociato con il malgoverno di Bassolino. Deve solo evitare i riferimenti ai «frocetti», visto che il mondo pare sia ormai inesorabilmente loro. Onestà intellettuale richiede, inoltre, che si dica alto e forte che se il bluff Bassolino ha potuto proseguire per tanti anni, ciò fu dovuto anche alle derive inciucistiche del centrodestra campano. Per quanto riguarda Mara Carfagna, alla quale chiedo soltanto di affidarsi a collaboratori più preparati e presentabili, fa bene Berlusconi a non volerla candidare alla presidenza della regione campana, ingaggio intempestivo e onerosissimo che potrebbe bruciare per sempre un cursus honorum politico, che, invece, praticato per gradi, potrebbe conferirle un ruolo di primissimo piano nel Pdl. Gli amici sinceri, sia pure con libertà di critica, della Carfagna e del Pdl, a volte, sono immaginati come nemici, mentre i veri avversari si camuffano da amici. Giancarlo Lehner