Boom di assegni ai senza lavoro I conti in attivo anche nel 2010

A dispetto dei corvi che preconizzavano milioni di lavoratori in strada, pronti a manifestare contro l'inerzia del governo Berlusconi, il sistema di welfare italiano ha tenuto testa alla crisi. L'Inps, come ha spiegato ieri il direttore Antonio Mastrapasqua, chiuderà in attivo non solo il bilancio del 2009. Ma anche quello del 2010, nel quale si concretizzeranno gli effetti più evidenti dei licenziamenti di quest'anno. «Il bilancio previsionale 2010 prevede un risultato di esercizio positivo per 3 miliardi di euro e un avanzo finanziario superiore ai 4,5 miliardi» ha detto Mastrapasqua. Conti in attivo dunque. E questa è la prima notizia positiva alla quale se ne è aggiunta subito un'altra. E cioè che «i numeri potranno essere migliorati», considerando che il bilancio «è stato elaborato sulla base del Dpef (con previsioni di crescita molto basse ndr) a sua volta già migliorato dalla Finanziaria 2010». Di bene in meglio dunque. Con la rete di protezione che ha tenuto. Ma ai catastrofisti, in genere annidati a sinistra, il segnale positivo non è andato proprio giù. E pugnaci fino al midollo hanno utilizzato uno dei dati espressi nel corso della conferenza di Mastrapasqua per gridare al collasso dell'economia. L'Inps, infatti, ha dato conto di aver ricevuto 1,1 milioni di nuove domande di disoccupazione da settembre 2008 ad agosto 2009, un dato che fa registrare un incremento del 53% rispetto al periodo settembre 2007-agosto 2008. Ed ecco subito espresso il teorema: 1,1 milione di domande significano altrettanti disoccupati. Dunque la catastrofe c'è. E invece no. Ancora una volta il pessimismo cosmico è stato battuto dalla verità dei numeri. Lo stesso Inps ha dovuto chiarire in una nota successiva che il numero dei beneficiari di sussidio di disoccupazione ad aprile 2009 è di 450 mila soggetti (in marzo erano più di 460 mila). Si tratta dell'ultimo dato assestato disponibile. E soprattutto il numero dei beneficiari non corrisponde mai al numero delle domande presentate e accolte. Il numero di domande ricevute e lavorate nel corso degli ultimi dodici mesi (1,1 milioni appunto di cui 980 mila accolte) è la sommatoria di richieste che si sono accumulate nel tempo.   Non offrono la fotografia di un momento, ma la sequenza di fatti successivi. Il rapporto è di circa 1 a 2: un beneficiario ogni due domande. La spiegazione è semplice: il beneficio ha una durata variabile tra i sei e gli otto mesi; e non tutti i beneficiari ne godono per l'intero periodo, e non appena un beneficiario trova nuova occupazione decade dal diritto di ricevere il sussidio. È lecito quindi stimare il numero attuale dei disoccupati tra i 450 mila di aprile, accertati dall'Inps, e i circa 500 mila previsti entro fine anno dal recente rapporto del Cnel. Il colpo finale che tramortisce i corvi dell'economia è che le domande di disoccupazione presentate stanno rallentando. «Quello che ci conforta è il rallentamento tendenziale: nel luglio 2009 le domande sono cresciute del 20% rispetto al luglio 2008. La stessa crescita frenata che abbiamo visto nelle richieste di cassa integrazione, da tre mesi in progressiva contrazione - ha spiegato Mastrapasqua - insomma aumentano le domande, ma con una velocità progressivamente ridotta. In luglio siamo arrivati quasi alla stessa quota dello scorso anno. Nel 2008 le domande furono complessivamente 1,4 milioni. Nel corso del 2009 non siamo ancora arrivati a quella soglia».