La battaglia dell'Idv a suon di sgambetti

Intrigo internazionale contro il Governo Berlusconi. L'Italia dei Valori non ha una delegazione parlamentare all'altezza delle sue ambizioni internazionali. Tuttavia, nonostante questo, cerca in ogni modo di attaccare il Governo italiano attraverso una continua opera di cecchinaggio politico. Ma per fare questo non ci vogliono grandi leader politici di rilievo internazionale. Rispetto alla scorsa legislatura, l'impostazione politica del gruppo parlamentare liberale (Alde), nel quale sono iscritti i rappresentanti dell'Italia dei valori, non è certo cambiata. Ma, rispetto agli anni scorsi, l'Italia dei valori ha il campo totalmente libero visto che i Radicali non ci sono più e i membri del gruppo legati alla Margherita, tradizionalmente meno duri contro il centrodestra, sono andati a finire nel gruppo Socialista e Democratico. A guidare il gruppo Alde nella scorsa legislatura c'era il liberaldemocratico inglese Graham Watson, noto per le sue posizioni antiberlusconiane. Adesso la leadership del gruppo è nelle salde mani del liberale ed ex premier belga Guy Verhofstadt, anche lui noto per non avere particolari simpatie per Silvio Berlusconi. Di questa politica ne abbiamo avuto sentore non appena è iniziata la nuova legislatura e a darne conferma ci ha pensato giovedì scorso il capodelegazione del Pdl al Parlamento europeo Mario Mauro, che ha lanciato l'allarme sul tentativo di processare il Governo italiano in aula nella prossima seduta dell'europarlamento il 7 ottobre, quando si svolgerà il dibattito sulla libertà d'informazione nel nostro Paese. L'Idv ci aveva già provato a settembre, ma il tentativo è fallito. Il fatto di avere un gruppo parlamentare che acconsente renderà facile ogni richiesta contro il governo italiano visto che ogni proposta dell'Idv contro il Governo Berlusconi troverà sempre d'accordo il capodelegazione del Pd David Sassoli, che ha lasciato la televisione di Stato per proseguire la sua lotta contro il Governo Berlusconi nelle comode aule del Parlamento europeo. E poi Sassoli non dovrebbe avere problemi a trovare nel gruppo il consenso per questo tipo di azione politica se consideriamo che il capogruppo dell'Asde è Martin Schultz che dal luglio del 2004 è ai vertici del gruppo socialista a Strasburgo. Infatti, all'inizio di questo mese, è stato lui ad attaccare il nostro Presidente del Consiglio definendolo un pericolo dalla platea della festa del Pd a Genova: «Un capo del governo italiano che vuole zittire la stampa deve vergognarsi». Ma la mina vagante dell'Italia dei Valori al Parlamento europeo è Sonia Alfano. La parlamentare europea, la quale sostiene che il giornale a fumetti «Topolino» è schierato contro Berlusconi, si è resa protagonista di una serie di iniziative politiche tese a far credere che il nostro paese sia peggio dell'Urss.   Ad esempio, il 22 settembre, l'europarlamentare ha proposto di assegnare il premio Sacharov per la libertà di pensiero allo scrittore Roberto Saviano. Di solito questo tipo di premio viene assegnato a personalità politiche che vivono in paesi dittatoriali, dove non esiste alcuna garanzia delle libertà fondamentali. Ma la parlamentare non si è fermata qui. Nella seduta del 15 settembre la Alfano ha definito «scellerata» la politica del governo italiano sull'immigrazione. Questo genere di attacchi rendono di fatto il nostro paese più vulnerabile ad attacchi esterni. In vista del G20 de l'Aquila, lo scorso 7 luglio, il quotidiano «The Guardian», grazie all'aiuto di non precisati funzionari italiani, ha fatto sapere che ben presto l'Italia sarebbe stata buttata fuori dal G8 a favore dell'ingresso della Spagna. La voce si è rivelata una bufala, che il giornale inglese non ha voluto verificare fino in fondo. Approfittando del varco aperto da «l'Unità britannica», Antonio Di Pietro, il 9 luglio del 2009, ha acquistato una pagina sull'Herald Tribune nella quale ha fatto titolare «Appello alla comunità internazionale. La democrazia italiana è in pericolo». E nel quale ha annunciato che «l'Italia rischia di trasformarsi da democrazia a dittatura di fatto». Ma alla fine il G20 de l'Aquila è stato un successo.