"Parla come Mao, noi non lo seguiamo"

«Una cosa è certa. Di Pietro paragonando il presidente del Consiglio a Saddam Hussein, a Nerone, a Mussolini, a Hitler e a Catilina, aveva solo bisogno di dimostrare all'opinione pubblica che, anche lui, un po' di storia la conosce. Triste sarebbe che fosse veramente convinto di quello che dice perché quei paragoni lasciano il tempo che trovano». Il senatore del Pd, Enrico Latorre, analizza così l'ultima sparata del leader dell'Italia dei Valori, Antonio di Pietro. Senatore Latorre, che cosa sta accadendo all'opposizione? Per quanto tempo ancora sopporterete le dichiarazioni di Di Pietro? «Chiariamo subito una cosa. Quello che dice Di Pietro non ci interessa. Da quando ha rotto il patto che avevamo fatto prima delle elezioni politiche del 2008 che avrebbe dovuto far confluire l'Idv nel Pd ha preferito rafforzare solamente il suo partito piuttosto che pensare a costruire assieme a noi una valida alternativa di governo». Una strategia che però gli ha permesso di conquistare sempre più voti «Certo, solo che non ha capito che i voti bisogna portarli via al centrodestra e non alle altre forze dell'opposizione. Vede, oggi la minoranza all'interno del Parlamento è divisa in tre parti. Ci siamo noi del Pd. Abbiamo scelto una linea riformista infatti da una parte non contestiamo pregiudizialmente il Governo ma dall'altra, non gli facciamo alcuno sconto se vediamo politiche deleterie per il Paese. Poi c'è il moderatismo dell'Udc con il quale, soprattutto su tematiche economiche, riusciamo a trovare una linea comune. Infine c'è Di Pietro». E l'opposizione dell'Idv come la definirebbe? «Radicale. Un'opposizione ispirata sul principio di “Sostenere tutto ciò contro cui il nemico combatte, e combattere contro tutto ciò che il nemico sostiene". Idea espressa nel Libretto Rosso di Mao Tze Tung che necessariamente ci porta a muoverci su linee diverse». Si è creato così anche tra di voi un problema "Di Pietro"? «Non è che ci sia un problema "Di Pietro". È lui che si deve chiedere se il suo ruolo politico è quello di rubare a noi oppure se mettere il suo "consenso di opinione", perché questo è il suo elettorato, al seguito di una valida alternativa di congresso. Oggi la situazione è quella di una profonda divergenza tra Pd e Idv, ma non dimentichiamo che tra poco di più di un mese noi avremo un nuovo segretario. E se questo dovesse essere Bersani di certo dimostrerà molto più rigore nelle convergenze politiche di quanto sia mai stato fatto prima».