"Scendo in piazza contro il burqa"

Daniela Santanchè, a capo del Movimento per l'Italia, si è sempre battuta per il riconoscimento dei diritti delle donne, islamiche e non, nel nostro Paese. È autrice di diversi libri, tra cui «Le donne violate», sulla problematica del rispetto del corpo e del ruolo della donna nella cultura islamica.   L'imam di Pordenone ha detto che il padre della ragazza aveva dei problemi personali, che il dramma dell'uccisione della figlia è maturato nell'ignoranza e il credo religioso non c'entra...  «Penso che l'imam faccia la sua parte, ma credo che le donne musulmane vadano liberate dall'oppressione del clan della famiglia. In questo caso, come per l'omicidio di Hina Saalem del 2006, il padre non accettava che la figlia amasse un italiano e ha esercitato il suo potere uccidendola. Di fronte a episodi di questo tipo bisogna avere il coraggio di prendere provvedimenti seri. Per questo motivo domenica prossima, in occasione dei festeggiamenti della fine del Ramadan, sarò al velodromo Vigorelli di Milano per impedire che le donne entrino con il burqa. Vorrei che tutte le donne scendessero in piazza a liberare le altre». Omicidi all'interno del nucleo familiare avvengono anche tra italiani... «Si, ma nelle famiglie italiane non si uccide per motivi religiosi...» Non è rischioso aprire una polemica religiosa, prima di aver accertato le ragioni del gesto del padre di Sanaa? «I vicini di casa hanno testimoniato che il padre non accettava la relazione tra la figlia e il ragazzo italiano. Le motivazioni mi sembrano chiare...Comunque: accertiamole».   Il disagio di Sanaa, come ha detto, era noto a più persone eppure ciò non ha impedito l'uccisione della ragazza. Non sarebbe utile attivare dei servizi di supporto e di dialogo a sostegno dell'integrazione? «É sufficiente che ci siano delle leggi. Non credo che serva il dialogo, occorre fermezza. Che il padre di Hina non abbia avuto l'ergastolo è semplicemente vergognoso. Non riesco a capire perchè la Francia sia riuscita ad approvare la legge che vieta l'utilizzo del burqa mentre in Italia sembra così complicato prendere dei provvedimenti».