«Sulla ricostruzione parlino solo i fatti»

dall'inviatoGiancarla Rondinelli L'AQUILA Quando arriva ad Onna, chiuso nella sua macchina blu, ha un'espressione tesa. È un giorno importante, annunciato da tempo, organizzato da settimane. E lui vuole che tutto vada per il meglio. Berlusconi arriva ad Onna emozionato. Ad attenderlo un muro di telecamere e microfoni, con i cronisti che tentano di incalzarlo sulle notizie politiche che rimbalzano da Roma. Ma Berlusconi perferisce non parlare nè alimentare altre polemiche. Non qui. Punta a evidenziare solo i fatti, i risultati ottenuti, i progetti portati a termine. A cominciare proprio da qui, dall'Abruzzo. Ci sono tanti anziani che si avvicinano a lui per ringraziarlo e per ripetere quello che dal 6 aprile scorso, all'Aquila, è il ritornello di queste persone: «Presidente non si dimentichi di noi, non ci lasci soli». E lui rassicura tutti, saluta i bambini, si commuove davanti ai tanti genitori che gli raccontano di aver perso i loro figli. Nella nuova Onna ci sono case di legno e in colori pastello, con i fiori alle finestre e il «frigorifero pieno di ogni ben di dio», assicura Berlusconi consegnando le chiavi della nuova casa alla fortunata famiglia Vecchio-Giancola, estratta a sorte l'altra sera e corsa a firmare il contratto di comodato d'uso della casetta numero 39. Berlusconi ieri, voleva essere solo "l'uomo del fare". Nient'altro. Non c'è spazio per le chiacchiere politiche che rimbalzano da Roma. Nessuna polemica verso Gianfranco Fini, nessun commento sull'agitazione del partito. Il suo desiderio, a questo punto, è solo evidenziare i risultati positivi ottenuti. Tra la gente ci sono anche alcuni striscioni di protesta, con delle persone che mugugnano perché ancora senza casa. «Le proteste sono solo di quei paesi dove ancora non siamo arrivati - taglia corto il Cavaliere -. Ci vuole tempo ma le promesse le manterremo». Il premier gira per il villaggio accompagnato sempre dal presidente della Regione Gianni Chiodi e dal capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Scopre la targa dell'asilo nido progettato da Giulia Carnevale, la ragazza di 22 anni morta tra le macerie. Ci sono già alcuni bimbi nelle aule, le stanze con i lettini, giocattoli ovunque. E poi le case, fornite di tutto. È Berlusconi stesso a raccontarlo ai cronisti: «C'è tutto: bicchieri, pentole, asciugamani, sapone, shampoo, dentifricio ed ogni ben di dio in frigorifero». In cucina, oltre alle buste di risotto precotto e alle zuppe in barattolo c'è anche un bigliettino di auguri, in cartoncino crema intestato in blu al presidente del Consiglio, firmato di suo pugno da Silvio Berlusconi. «I più affettuosi auguri di salute e serenità nella nuova casa», c'è scritto. La commozione del premier diventa ancora più evidente quando a parlare è l'arcivescovo dell'Aquila Giuseppe Molinari: «Il Vangelo condanna chi chiacchiera ma premia chi agisce concretamente. Io prego per lei e le auguro di poter continuare a fare del bene come sta facendo non solo a noi ma all'interno nazione» Berlusconi accenna ad un sorriso, china la testa e fa il segno della croce.