Battisti, i tempi si allungano

«Rinvio». Come si temeva. La votazione sull'eventuale estradizione di Cesare Battisti non poteva finire in pareggio, ma i brasiliani sono riusciti per ora a prendersi una «vista», una specie di time-out. Il tutto per consentire al giudice Marco Aurelio de Mello - che ha chiesto un rinvio del dibattimento, ma sembrerebbe contrario all'estradizione in Italia dell'ex militante dei Proletari armati per il comunismo (Pac) - decida come votare. Un risultato loffio quello partorito a Brasilia dopo quasi 12 ore di serrato confronto tra i nove giudici dell'Stf (terminato con 4 voti contrari e 4 a favore), anche se alcuni autorevoli opinionisti brasiliani si sono detti certi che, alla fine, la Corte costituzionale brasiliana si pronuncerà in favore dell'estradizione, come richiesto dal giudice Cesar Peluzo, relatore del caso.  Un'opinione auspicata dal ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini. Si continua, comunque, a giocare sul filo dell'incertezza e la stampa brasiliana non riesce a schierarsi con cognizione certa di causa. Ieri l'«Estado de S,. Paulo» scriveva: «La tendenza dell'Stf è per l'estradizione dell'attivista Cesare Battisti, ma il procedimento è lontano dalla conclusione». Più approfondita l'analisi di «Folha» che sostiene come il verdetto della Suprema Corte sia destinato a trascinare il governo del presidente brasiliano Luis Inacio Lula da Silva «in una situazione avversa sia sul piano politico sia su quello diplomatico». Così, secondo numerosi opinionisti, per correre ai ripari il presidente Lula potrebbe presto designare un nuovo giudice dell'Stf, in sostituzione di Menezez Direito, deceduto il mese scorso. L'Stf è composto da 11 «ministri» (giudici con rango ministeriale), ma solo nove hanno partecipato al dibattimento sul caso Battisti poiché, oltre a quella dello scomparso Direito, si è contata anche l'assenza di Celso de Mello, che ha da tempo deciso di non pronunciarsi «per motivi di coscienza» sulla vicenda dell'ex militante dei Pac.