E i sondaggi premiano ancora il Cavaliere

Seinfatti si scorrono le percentuali dei sondaggi pubblicati in questi ultimi giorni si scopre che nè l'offensiva a base di gossip sulla vita privata del premier nè la bufera dell'affaire Boffo hanno minimamente scalfito le intenzioni di voto degli italiani. In particolare, la vicenda che ha investito il direttore di «Avvenire» sembra non aver inciso sui buoni rapporti fra l'elettorato cattolico e il premier. Secondo le cifre di un sondaggio di Renato Mannheimer, pubblicato domenica scors dal «Corriere della Sera», la popolarità di Berlusconi fra i cattolici praticanti, fra l'aprile 2009 e oggi, ha avuto un calo fisiologico di appena 5 punti percentuali, passando dal 55 al 50%. Un impatto «contenuto», riconosce il sociologo, frutto probabilmente di un certo «disagio» avvertito dal mondo cattolico dopo il bombardamento del gossip politico, ma inferiore ai cali fisiologici registrati normalmente dopo un anno di governo, e che comunque «non pare essersi manifestato - sottolinea Mannheimer - con mutamenti di voto». Lo studio dimostra invece che il Pdl sul piano della numerosità assoluta, è il partito, dopo l'Udc, che più attira i cattolici: tra tutti i cattolici italiani, quasi un terzo dichiara di preferire il Pdl. E tra i votanti per quest'ultimo, più del 40%o si può considerare cattolico. Forse è tutto merito del Cavaliere o forse è in parte merito della «persistente mancanza di attrattiva dell'opposizione», come dice Mannheimer, di un Pd impegnato invece a contare i punti di distacco fra i candidati alla segreteria (l'ultimo studio Crespi Ricerche rivela che sono quattro i punti di distacco tra Pier Luigi Bersani, in testa con il 43,7%, e Dario Franceschini, al 39,6. Mentre il terzo candidato, Ignazio Marino, raccoglie il 9,5). Resta comunque il fatto che, dopo mesi di campagne mediatiche a base di scandali contro il Cavaliere, all'orizzonte non si intravedono segni di declino in termini di fiducia per il premier e il suo governo. Al contrario, negli ultimi giorni si sono addirittura registrati segnali di incremento di fiducia, come testimoniato ad esempio dalle ricerche di Nicola Piepoli (che mette in luce un incremento di popolarità del 15%o dall'inizio dell'anno). E il merito, secondo Alessandro Amadori, direttore dell'istituto di ricerca demoscopica Coesis, sta nella solidità del progetto politico del Cavaliere. «Berlusconi - ha detto Amadori in una intervista apparsa sul Giornale - ha costruito negli anni un vero progetto politico di ampio respiro, il Pdl. Centrato sulla sua persona ma dotato di una solidità e di una rispondenza ai bisogni collettivi dei cittadini che io e molti altri osservatori abbiamo sottovalutato. Il suo prodotto politico è semplicemente migliore della concorrenza: competitivo, concreto, sincronizzato con i bisogni degli elettori». Insomma, anche secondo il direttore dell'istituto Coesis, «Berlusconi resta uno dei leader occidentali con il più alto livello di fiducia».