Le Frecce tricolori volano in Libia, l'opposizione attacca

Le Frecce Tricolori disegneranno le loro acrobazie tra una settimana (il primo settembre) sul cielo di Tripoli in occasione dei festeggiamenti per la ricorrenza del 40/o anniversario della Rivoluzione, ma la loro esibizione è già accompagnata in Italia da una scia di polemiche sull'opportunità della partecipazione all'evento. Polemiche rese ancora più aspre dalla visita che il premier Silvio Berlusconi farà a Tripoli il 30 agosto per celebrare la prima giornata dell'Amicizia tra Italia e Libia. Dal canto suo, il principe Andrea, duca di York, ha scelto di non andare in Libia a inizio settembre dopo le polemiche per la liberazione dell'attentatore di Lockerbie Al Megrahi, decisa da un tribunale del Regno Unito. Contrari all'esibizione della pattuglia acrobatica e alla trasferta del premier sono soprattutto Italia dei Valori e Radicali, ma il ministro della Difesa Ignazio La Russa conferma: «Ho dato il mio assenso tecnico per l'esibizione delle Frecce tricolori a Tripoli e non vedo il motivo per cambiare idea». Il ministro rispedisce al mittente anche la polemica legata ai costi. «Le spese - spiega La Russa - saranno inferiori rispetto a quelle di un'esibizione solita, anche in Italia: gli oneri, infatti, saranno tutti a carico dell'organizzazione libica. Solo una cifra che definisco ridicola graverà sull'Italia: sarà pari a circa 300 euro al giorno per ciascun militare delle Frecce tricolori che sarà impegnato nell'esibizione». Il ministro evidenzia quindi che il suo è solo un «assenso tecnico. Se ci fossero problemi politici, ne dovremmo parlare con la presidenza del Consiglio ed il ministero degli Esteri. Ma io davvero non trovo nulla di strano. Abbiamo avuto una richiesta ufficiale dal governo libico ed abbiamo dato l'ok. La nostra pattuglia acrobatica è una squadra di eccellenza e porta il marchio del "made in Italy" ovunque nel mondo. Sarà applaudita anche dal popolo libico, e questo non può che farci piacere, soprattutto in una fase di sensibile miglioramento dei rapporti diplomatici tra Italia e Libia». E se i Radicali contestano soprattutto il costo della missione in Libia, per il capogruppo alla Camera dell'Italia dei Valori Massimo Donadi «inviare le Frecce Tricolori a Tripoli è un vergognoso regalo al dittatore che ha accolto come un eroe il terrorista responsabile della strage di Lockerbie». Concetto ripetuto anche dal presidente dei Senatori Idv Felice Belisario secondo cui si tratterebbe di «un appiattimento sulle richieste del leader libico che ha finanziato il terrorismo internazionale, sequestrato i beni degli italiani, violato i diritti umani, offeso il nostro Paese anche durante la visita in Italia». Per la maggioranza risponde Lucio Malan (Pdl), segretario di presidenza del Senato, il quale ricorda che la scorsa legislatura il centrosinistra volle addirittura abolire le Frecce Tricolori e che «non è colpa di Berlusconi se un tribunale del Regno Unito ha deciso la liberazione di Al Megrahi».   Al contrario, secondo Malan, «la presenza del premier sarà un freno ad atteggiamenti fuori luogo da parte delle autorità libiche. Alle quali si può e deve chiedere un maggiore rispetto per i diritti umani, ma lo si può fare con le carte in regola proprio perché il presidente del Consiglio, per primo, ha riconosciuto che l'Italia purtroppo quei diritti li violò gravemente a danno dei libici».