Il coordinatore della mozione Marino presenta i candidati alle segreterie regionali: «Va aperta una stagione di rinnovamento»

.Sulla vicenda della Puglia sarà la magistratura a decidere. Dobbiamo aprire una nuova stagione di rinnovamento che metta al centro la meritocrazia anche nella selezione delle classi dirigenti». Michele Meta, coordinatore nazionale della mozione Marino, affronta di petto le questioni irrisolte del partito e presenta «i volti nuovi» su cui puntare per riuscire ad essere «la vera sorpresa delle primarie». D'Alema a seguito del caso D'Addario aveva parlato di una possibile scossa nel Pdl. Ma oggi, con l'inchiesta di Bari, è il Pd a dover fare i conti con una scossa che pare diventare un terremoto... «Non c'è dubbio che in Italia, al Sud, e quindi anche nel Pd, ci sia una questione morale aperta. Il Congresso di ottobre deve essere in grado di aprire una fase di rinnovamento morale». In che modo è possibile aprire questa nuova fase? «Noi, ad esempio, stiamo preparando un manifesto per il Sud. Hanno aderito economisti, associazioni e personalità come Marco Rossi Doria e Rosa Calipari. A settembre partirà un viaggio a tappe nelle città del Sud durante il quale il senatore Marino presenterà il manifesto. Sarà un viaggio contro le mafie, per la meritocrazia e per risolvere i problemi che attanagliano il Mezzogiorno». Quali sono i volti nuovi che presenterete per le segreterie regionali del Pd? «Intanto va ricordato che siamo partiti dopo gli altri e siamo arrivati prima. Abbiamo scelto candidati in sintonia con la figura di Marino. Sono nomi forti sia della politica che della società civile. Nel Lazio si candida la deputata Ileana Argentin. In Calabria l'avvocatessa Fernanda Gigliotti. In Piemonte l'assessore all'Ambiente del Comune di Torino Roberto Tricarico. Il senatore Felice Casson per il Veneto e in Toscana l'ex assessore alla Cultura del Comune di Firenze Simone Siliani. Scenderanno in campo anche personalità come Beppino Englaro che avrà la responsabilità a livello nazionale di coordinare e difendere la "laicità come metodo"». Nella corsa alla segreteria del partito, non rischiate di appiattirvi proprio sul tema della laicità? «Marino non è solo il candidato dei diritti. Nel suo programma ci sono tutte le questioni per affrontare la crisi. È un candidato riformista e di rottura che rappresenta la discontinuità. La sua non è una candidatura né minoritaria né di testimonianza. Il partito lo deve ringraziare. Dalle primarie vinte da Veltroni abbiamo perso molti consensi per strada. Grazie a Marino gli elettori stanno ritrovando interesse nel Pd». Pensa veramente che Marino possa arrivare primo? «Io mi auguro che ce la faccia. La soglia del 5% al Congresso dovrebbe essere superata senza problemi. Poi nelle primarie potranno esserci delle sorprese...»