Sprechi, è pronto l'"ammazza-casta"

Lo hanno già ribattezzato l'«ammazza-casta». È un disegno di legge pesso a punto dal ministro per la semplificazione Roberto Calderoli che punta a tagliare di netto consigli comunali, assessori, enti inutili e consigli di amministrazione pleonastici. Il testo sarebbe dovuto essere varato stamattina dal Consiglio dei ministri ma probabilmente l'approvazione verrà rinviata alla prossima settimana. Quando c'è da tagliare c'è sempre qualcuno che fa resistenza.   Comuni. Si riorganizzano le funzioni. Le più importanti restano organizzazione e svolgimento delle funzioni, programmazione e pianificazione, controllo interno, gestione del catasto e edilizia pubblica e privata. Per le funzioni escluse i Comuni dovranno accorparsi e organizzarsi tra loro.   Consiglieri comunali e proviciali. Netta sforbiciata, saranno solo 40 nelle città sopra il mezzo milione di abitanti (oggi sono 60). Sotto quella soglia 35 fino a 250, 30 fino a 100mila, 15 fino a 30mila, 10 fino a 10mila, 8 fino a 3mila, appena se sotto quella quota. Soglia analoga per le province. Solo 30 consiglieri per quelle che hanno oltre 1,4 milioni di abitanti, 24 sopra i 700mila, 18 sopra i 300mila, il resto appena 12 membri.   Assessori. Anche qui si va verso una bella riduzione. Nei Comuni con meno di mille abitanti se la vedrà il sindaco da solo. Fino a 3mila il primo cittadino potrà avere al massimo due collaboratori; tre tra 3mila e 30mila abitanti; cinque tra 30 e 100mila cittadini; 8 tra 100mila e 250mila e nei capoluoghi di provincia con popolazione sotto i 100mila abitanti; massimo 9 nei Comuni che hanno fino a 500mila, dieci sopra il mezzo milione di abitanti. Stesso discorso anche per le Province. Chi ha 12 cosniglieri potrà avere 3 assessori, 4 per chi ne ha 18 di consiglieri, 6 per gli enti con 24 consiglieri, 8 per quelle da 30 consiglieri.   Province. Non è definito il numero ma entro due anni il governo è delegato a presentare un piano che preveda che «il territorio di ciascuna provincia abbia un'estensione e comprenda una popolazione tale da consentire l'eventuale l'ottimale esercizio dlele funzioni previste». È vero, non si capisce che cosa si vuole intendere. Intanto è stabilito il principio, alcune andranno accorpate. Sicuramente si farà questa operazione tra le più piccole.   Prefetture. Anche in questo caso si va verso l'accorpamento tenendo come riferimenti il contenimento della spesa ma mantenendo le funzioni fondamentali.   Difensori civici. Vengono soppressi. Servivano a segnalare alla pubblica amministrazione abusi, disfunzioni, carenze e ritardi. Ma in realtà il loro potere è sempre rimasto sulla carta.   Comunità montane. Anche qui si tratta di un addio entro un anno dall'approvazione della legge. Funzioni e personale andranno alle Regioni.   Circoscrizioni. Cancellate nei Comuni che hanno meno di 250mila abitanti. Spetterà ai municipi subentrare nel ruolo. Nei Comuni invece con oltre un quarto di milione di abitanti possono essere istituiti degli uffici di decentramento «quali organismi di partecipazione, di consultazione e di gestione dei servizi di base, nonché di di esercizio delle funzioni delegate dal Comune.   Consorzi. Entro un anno dall'ok della legge «sono soppressi tutti i consorzi tra gli enti locali, compresi i bacini imbriferi montani». Da quel giorno «cessano conseguentemente dalle proprie funzioni gli organi dei Consorzi».   Ato. Benservito anche alle autorità d'ambito territoriale, delle loro competenze (soprattutto sugli acquedotti) se ne occuperanno le Regioni.   Consorzi di bonifica. Si va verso la razionalizzazione. Le Regioni dovranno procedere entro un anno al riordino con accorpamenti o soppresioni.