Gasparri: "La magistratura infanga il Paese"

Presidente Gasparri ha sentito?  «Parliamo del boss, giusto?» Esatto. Giacomo Nuccio Ieni ha lasciato il 41 bis (il regime di carcere duro, ndr) e ha ottenuto i domiciliari, a Catania, perché è depresso e non può stare in prigione. Che pensa? «Noi siamo estremamente preoccupati delle decisioni prese dalla magistratura di sorveglianza concernenti il 41 bis. È vergognoso che la misura del carcere duro sia stata revocata a questo boss perché psicologicamente debilitato. Me lo lasci ripetere: quello che è accaduto è vergognoso».  I medici dicono che è depresso, che ora deve curarsi con l'affetto della famiglia. «L'allentamento delle condizioni carcerarie di un mafioso, e in questo caso la concessione degli arresti domiciliari, è inammissibile se la motivazione è la depressione, anche se accertata sulla cartella clinica. Se no a questo punto dobbiamo scarcerare tutti quanti. Scusate signori, ma come si dovrebbe sentire uno che sta in carcere?» Il 41 bis si può rendere più rigido? «Io e la nostra maggioranza di centrodestra stiamo per snellire le procedure del 41 bis». Come? «Vede, questa sul carcere duro ai mafiosi, il 41 bis, è una mia battaglia da sempre. Se ricordate bene, fino a qualche anno fa era una norma da rinnovare anno dopo anno, fui io nel 1999 a fare la proposta di legge in Parlamento per prorogare il 41 bis. E nel 2001, con il governo del presidente Berlusconi, la rendemmo definitiva. Ora, con il "pacchetto sicurezza" stiamo per fare un ulteriore passo in avanti: ci sarà un'applicazione della norma ancora più rigorosa. Propio al Senato è stato approvato un articolo nel disegno di legge, confermato alla Camera, che sarà legge entro giugno e renderà più dura la vita ai criminali mafiosi». Crede che agli occhi degli italiani il caso di Ieni mini la credibilità delle istituzioni? «La credibilità della magistratura sicuramente. Noi lavoriamo sul fronte della legalità con fatica e otteniamo grandi successi giorno dopo giorno grazie al lavoro dei nostri uomini. Poi ci troviamo di fronte a queste decisioni che lasciano tutti a bocca aperta. Senza contare che è una beffa enorme ai danni di chi rischia tutti i giorni la propria vita per combattere la criminalità. Troppi magistrati hanno revocato il carcere duro ai boss mafiosi e questo è un atteggiamento ideologico di certi giudici italiani. Diciamolo pure, ci sono settori della magistratura di sinistra che giustificano tutto questo. È il momento di ribellarsi di fronte a queste situazioni che ne infangano l'onore. Siamo profondamente disgustati. Io mi prendo la responsabilità di eseguire tutte le iniziative parlamentari affinché non ci troveremo più a parlare di certi episodi». Il ministro della Giustizia dovrebbe intervenire? «Io credo che tutti ora debbano intervenire. Il ministro Alfano ne ha la facoltà e davanti a un pericolo come questo deve assumere delle pubbliche posizioni anche lui. Anche intervenendo sulle norme, se lo ritiene opportuno». Questi episodi incidono sull'immagine dell'Italia? «Vede, l'Italia non fa brutte figure a causa di Silvio Berlusconi. Il premier è quello che esalta la nazione dentro e fuori i confini regalandoci un'ottima immagine all'estero. L'Italia fa brutte figure a causa dei magistrati che infangano il buon nome del Paese».