Sicilia, Lombardo tiene duro ma rischia la sfiducia

Infatti,entro mezzogiorno, la Regione Siciliana si ritroverà davanti due scenari. Il primo: il governatore Raffaele Lombardo avrà varato la nuova giunta regionale, dando vita così al suo secondo governo, ma senza l'appoggio del Pdl e l'Udc isolani. Come dire, rottura conclamata. Secondo scenario: il presidente Lombardo non darà vita, invece, al suo nuovo esecutivo e tutto verrebbe rinviato al dopo voto europeo. In quest'ultimo caso, Mpa, Pdl e Udc avrebbero dato segnali di ricompattamento. Tutto qui?. Neanche a pensarci, perché qualora dovesse prendere corpo il primo scenario, il 4 giugno in seduta straordinaria è stato convocato il Parlamento siciliano. Qui, la maggioranza più uno dei 90 deputati potrebbero mandare a casa Lombardo con conseguente voto anticipato in Sicilia. Dunque, è già scattato il conto alla rovescia. Ma il governatore non molla. Anzi rilancia: «La giunta la dobbiamo fare ora, non dopo le elezioni europee». Poi Lombardo aggiunge: «Qualcuno gioca al massacro e allo sfascio per cercare di gettare sul tavolo un dato, quello del partito Pdl dove ci sia scritta la parola Berlusconi, per sfasciare la Regione a tutti i costi». Intanto, gli alleati continuano a sfidare il leader del Mpa. A partire dal coordinatore del Pdl, Sandro Bondi: "E' necessario e determinante che tutte le forze politiche che hanno sostenuto e sostengono il Presidente Lombardo, siano coinvolte nelle decisioni riguardanti la formazione della nuova Giunta».