"Roma sembra una città africana"

Le nostre città devono essere più pulite. E i sindaci devono mettere più impegno per ampliare le aree verdi e per salvaguardare il decoro urbano. Una preoccupazione costante per Silvio Berlusconi. E ieri lo ha ribadito in un'intervista a una radio romana «Radio Radio», mettendo nei guai Gianni Alemanno. Il premier, infatti, a una domanda dell'intervistatore ha risposto con parole che sono suonate come una tirata d'orecchie al sindaco: «Fa male al cuore girare per città come Roma, Napoli, Palermo e vedere che come scritte e come lordura delle strade sembrano più città africane che europee». Poi, commentando l'offerta turistica della capitale, è tornato sulla sua idea: «Vedo in questi giorni una massa di turisti davvero imponente. Mi permetto di suggerire però più cura del verde, più attenzione alla pulizia, provvedimenti per evitare i graffiti sui muri. A Tokio, Pechino e altre città non c'è nemmeno un mozzicone per terra. Anzi, in certe situazioni (provvedimento tolto solo da pochi mesi) per chi deturpava c'erano le nerbate. Non voglio arrivare a quel punto, ma bisognerebbe recuperare la norma del codice penale che è caduta in disuso e che commina il carcere a chi rovina i centri storici». Frasi che sono suonate come un'accusa a Gianni Alemanno al quale il governo, per cambiare il volto di Roma, ha concesso soldi e agevolazioni come nessun altro esecutivo aveva mai fatto. E forse, anche se il premier si è affrettato a ridimensionare il senso delle sue parole, una velata critica nel lavoro della nuova Giunta c'è. La città, nonostante tutto, non ha ancora fatto quel cambio di passo che tutti si aspettavano dopo un anno di governo di centrodestra. E Berlusconi, si sa, non è un tipo capace di aspettare troppo a lungo per vedere i risultati delle sue iniziative. Ieri però, dopo che la sua dichiarazione aveva riacceso le critiche del centrosinistra al sindaco di Roma, il premier è intervento di nuovo per spiegare che le sue parole non erano assolutamente accuse. «Mi dicono che si è creato un equivoco per una mia intervista — ha replicato — Non ho mai inteso attaccare, è ovvio, Gianni Alemanno che sta svolgendo un eccellente lavoro su Roma, con grande e continuo impegno personale, per cercare di superare le pesanti eredità ricevute dalla sinistra». «Purtroppo — ha proseguito — dopo 15 anni di incuria e di degrado della sinistra, non basta certo un anno di lavoro per risolvere la situazione del decoro e della pulizia dei luoghi pubblici. Per i writer e per chi imbratta i muri è indispensabile applicare le norme al riguardo, già contenute nel codice penale ma cadute in disuso, oppure varare una nuova legge su scala nazionale che permetta ai sindaci di punire in maniera esemplare i deturpatori della nostre città». E alla fine ha ribadito il suo appoggio al sindaco: «Sono assolutamente orgoglioso del lavoro che finalmente Gianni sta realizzando a Roma, anche con il sostegno del governo nazionale, per far uscire la nostra Capitale dal degrado in cui l'hanno ridotta le amministrazioni di sinistra». Apprezzamento che Berlusconi ha ripetuto poco dopo direttamente al sindaco con una telefonata. «È chiaro che l'accusa del presidente del Consiglio è diretta all'eredità lasciata dalla sinistra che in un anno è ben difficile risolvere — ha spiegato Alemanno dopo il colloquio — Certo, dobbiamo ancora lavorare molto, comunque la situazione sul fronte della pulizia sta già cambiando. E per quel che riguarda i writers serve una legge nazionale perché un'ordinanza comunale non è possibile, l'abbiamo già sperimentato».