Zichichi: quanto è grande l'universo? Un numero con 26 zeri

Nella lussuosa hall del Grand Hotel di piazza Esedra, il pianista suona One degli U2. Antonino Zichichi, fisico nucleare classe 1929, percorre il salone a passo svelto, cartellina sotto il braccio, voltandosi preoccupato verso il pianoforte. «Troppo rumore - dice - qui non si può lavorare». Il personale della residenza romana provvede e apre le porte di una sala appartata. Portano due comode sedie, un tavolino basso, una bottiglia d'acqua e due bicchieri.  Non sarà il "silenzio cosmico", prefessore, ma possiamo accontentarci. Zichichi sorride. I diritti d'autore di questa definizione, ha ricordato il direttore del Laboratorio del Gran Sasso Eugenio Coccia, sono suoi. Come nasce l'idea del "silenzio cosmico"? «Coccia è persona onesta. Nel '79, insieme a un altro studioso, misurammo il Gran Sasso in lungo e in largo, in particolare la parte di montagna sotto la quale doveva passare l'autostrada per Teramo. In quel punto la cima non ha la classica forma piramidale, ma si estende per centinaia di metri lungo un piano. Facemmo dei calcoli e individuammo un'area nel cuore della montagna protetta su ogni lato da 1400 metri di roccia dolomitica. La montagna avrebbe protetto il laboratorio dalla pioggia di raggi cosmici. Sarebbe stato il luogo ideale per studiare i neutrini, l'unica particella in grado di attraversare la montagna». Quando ha avuto l'intuizione di orientare le sale verso Nord, verso i laboratori del Cern di Ginevra? «Al Cern erano già in funzione acceleratori di particelle. Prima o poi sarebbero riusciti a sparare un fascio di neutrini verso il Gran Sasso». Sotto al Gran Sasso si studiano soprattutto i neutrini. L'esperimento Dama cerca in particolare di capire qualcosa di più della materia oscura. Ma cos'è questa materia oscura? «Immaginiamo che una galassia sia un sasso legato a una corda e che questa corda sia la forza di gravità che non la lascia scappare come avverrebbe naturalmente per effetto della forza centrifuga. La scienza si è accorta che la cordicella in fondo non è così robusta da riuscire a tenere il sasso, eppure non lo lascia scappare. Perchè? Perché c'è un'altra forza, che per essere tale deve avere una massa e che quindi deve essere costituita da materia. E siccome non si vede, è oscura». Quanto è grande questa materia oscura? «Costituisce circa il 90 per cento dell'universo». Ma come è possibile fare questo calcolo se non sappiamo quanto è grande l'universo? «Chi ha detto che non lo sappiamo. Lo sappiamo e come. L'universo è pari a 10 alla 26 chilometri, cioè 1 più 26 zeri: 100.000.000.000.000.000.000.000.000 chilometri». Lvd, uno degli esperimenti nel cuore del Gran Sasso è targato Zichichi. In che consiste? «Aspetta che esploda una supernova nella Via Lattea. Quest'esplosione genera una grande quantità di neutrini carichi di preziose informazioni sulla sua vita. Noi li cattureremo». Non è possibile studiarla con apparati ottici? «No. Non nella Via Lattea. Perché rispetto alla Terra la Via Lattea è inclinata e appare come un piatto di cui vediamo parte della circonferenza. Sono 400 anni che non si vede un'esplosione nella Via Lattea, eppure esplode una Supernova all'incirca ogni venti anni. Dalla Terra vediamo una striscia di stelle, luminosissima, che ci abbaglia. La luce emessa dall'esplosione si confonde con la luce di tutte le altre stelle rendendo inutile qualunque osservazione». È un po' come accendere una lampadina dentro lo stadio Olimpico illuminato. «Proprio così». L'Aquila è stata devastata da un terremoto.Il laboratorio non ha subito danni. «Non ha subito danni sia perché la roccia lo protegge naturalmente, sia perché è costruito pensando anche a questa eventualità. Quando progettai il laboratorio sotterraneo insieme ad altri studiosi avevamo anche in mente di realizzare una rete sismica mondiale». Che fine ha fatto quell'idea? «Erano anni di Guerra fredda e il progetto fu osteggiato dalle superpotenze». Perché? «Perché sotto terra facevano esplodere bombe atomiche. E doveva rimanere "top secret"».