dall'inviato Alessandro Bertasi CHISINAU (MOLDOVA) Degli alti e grigi condomini che ricordano gli anni dell'influenza sovietica non ne vogliono più sapere.

Eper farlo ha deciso di guardare ad Occidente. Un appello immediatamente accolto dalle aziende italiane che hanno deciso di investire risparmi ed energie proprio in questa terra. È con questo spirito che il viceministro allo Sviluppo Economico con delega al Commercio internazionale, Adolfo Urso, si è recato ieri a Chisinau, guidando una delegazione di 50 imprese. Una missione alla quale hanno preso parte anche i vertici di Ice, Simest, Sace e Finest, gli enti pubblici impegnati in prima linea nei progetti di internazionalizzazione. «Guardiamo con molto interesse la crescita economica della Repubblica Moldova - ha spiegato Urso - che potrebbe diventare la nuova porta d'accesso al mercato russo e caucasico. Nel Paese sono già presenti 696 aziende italiane la maggior parte delle quali concentrate a Chisinau». E come già accaduto negli anni novanta con Timisoara, le principali protagoniste sono le imprese venete. Tanto che la capitale è stata già ribattezzata la nona città del Veneto. A confermare che quello tra Italia e Moldova è un rapporto proficuo arrivano le parole del viceministro dell'Agricoltura moldavo Anatolie Spivacenco: «La collaborazione e la disponibilità dimostrata dalle imprese italiane sta permettendo al nostro Paese di ammodernarsi soprattutto per quanto riguarda i nostri sistemi di coltivazione». Grande soddisfazione è stata espressa anche da Giusy Gasparri, avvocato italiano che da anni fornisce informazioni e consigli utili alle aziende italiane che intendono aprire un avamposto in Moldova: «Qui il governo sta facendo di tutto per permettere alle imprese italiane di entrare nel loro mercato. La prima nota che dovrebbe incentivare l'arrivo degli imprenditori italiani riguarda la tassazione. È meno della metà di quello che si pagherebbe in Italia. Ciò comporta ad esempio che se un'azienda fattura all'anno un milione di euro ne paga di tasse solo cento contro i quasi cinquecento dell'Italia. Ma non è tutto. Se per esempio decidono di reinvestire in azienda tutti gli utili allora la tassazione è nulla». Un'iniziativa che piace a tanti nuovi investitori come ad esempio è successo all'Idromeccanica Lucchini. Un'azienda con più di 60 anni di attività che ha deciso di predisporre 20mila metri quadrati di serre dedicate alla coltivazione dei pomodori. Un progetto davvero innovativo per la Moldova, non solo perché frutto delle più moderne tecnologie costruttive, ma anche perché prevede la formazione del personale che vi lavorerà. «Un'altro modo per dare lavoro a tanti giovani - commenta il presidente dell'azienda Massimo Lucchini - che potranno così decidere di rimanere a lavorare nel proprio Paese evitando di emigrare all'estero».