...che l'accusa da parte dell'opposizione contro il governo non è motivata, perché non c'è alcuna politica al ribasso.

Lasolidarietà non è accoglienza ma una politica, e su questi temi se si esclude quello che dice il Papa e, in un ambito diverso, il cantante Bono, non c'è altro. L'esecutivo, infatti, auspica un ampliamento dei diritti degli immigrati, non una loro riduzione. Piuttosto l'impegno segue la traccia di una lotta dura contro l'immigrazione clandestina. Grande importanza riveste, appunto, il substrato di clandestinità che accresce moltissimo il numero di presenze di stranieri nel nostro territorio. Ecco, quindi, la sempre crescente necessità di affrontare politiche migratorie finalizzate all'integrazione, che superino la logica dell'emergenza. Non basta «tollerare», occorre «integrare». Ed è questo che il governo sta realizzando, non rifiutando l'aiuto umanitario ma filtrando l'immigrazione per così dire pulita rispetto a quella illegale che andrebbe solo ad ingrassare le fila delle organizzazioni criminali e della povertà. Un punto fondamentale è comprendere che le moderne migrazioni sono in rapporto diretto con il problema di sottosviluppo che affligge un gran numero di Stati nel mondo. L'acuirsi del divario di risorse e delle opportunità tra Nord e Sud del mondo, dovuta alla globalizzazione dell'economia, crea il collegamento coi flussi migratori. Il divario tra «Primo mondo» e «Terzo mondo» tende ad una costante crescita del divario, in quanto un Paese più produce più si arricchisce, mentre un Paese che arranca è destinato a impoverirsi maggiormente, creando presupposti non di aspettativa di vita ma di speranza di sopravvivenza. Non basta, pertanto, soddisfare i bisogni primari degli immigrati, ma occorre considerarli parte del sistema, e per questo superare la sottovalutazione dei bisogni culturali e formativi. È sbagliata, infatti, la visione che ha considerato e considera la «diversità» come sinonimo di minoranza, e per conseguenza in situazione di «inferiorità». Non per nulla è stata da subito censurata anche dal collega Calderoli la infelice proposta, o meglio, provocazione dell'onorevole leghista Salvini, che è di fatto una stecca nel coro di un piano serio e articolato sull'immigrazione e sulla sicurezza che il governo sta mettendo in campo. Da parte del governo c'è la «corsa» a tamponare le falle legislative e normative causate dal trascurare un problema che via via è divenuto sempre più presente e pressante, come hanno pure lucidamente riconosciuto gli onorevoli Fassino e Rutelli. Non ci troviamo di fronte alla chiusura rispetto allo «straniero», ma alla necessità di salvaguardare le diversità preservando la ricchezza di tutte le culture, con una nuova politica sui flussi migratori, suggellando di fatto l'integrazione. Gianfranco Rotondi Ministro per l'Attuazione del Programma di Governo