Silvio mette l'elmetto: "Non c'è scelta: o con me o contro di me"

L'umore resterà quello per tutto il giorno: appena qualche scherzo con il ministro degli Esteri israeliano Lieberman. E così è anche sino a sera. Combattivo, pronto alla pugna come era già al mattino. Pochi fedelissimi a bordo. C'è Niccolò Ghedini, l'avvocato, che è rimasto con lui sino alle due di notte nella villa di Arcore a controllare carte e ipotesi legali nella battaglia che sta per cominciare. C'è il fedelissimo Valentino Valentini. Pietro Testoni, deputato con alle spalle una carriera da cronista parlamentare. Sale sull'aereo Berlusconi. Ha appena finito di leggere i giornali. E schiuma rabbia: «Merde». Gli altri si guardano attorno come se non avessero capito bene.  E lui ripete ancora più forte: «Merde». Un attimo di fiato. «Tutti quelli che speculano su una questione privata e personale. Che cos'altro sono?». Non si capisce bene con chi ce l'abbia il premier ma poco dopo insiste: «Ma avete visto che cosa ha detto la Bindi? E Castagnetti? Robe da matti. Ma come si fa a dire che non ho un'immunità morale. Ma come si permettono? Questo è speculare». Guarda Ghedini: «E tu, appena arriviamo a Roma prepara le querele. Ora basta, rispondiamo». Il Cavaliere non è tanto preoccupato di quanto scrivono i giornali italiani. Quello che proprio gli è andato di traverso sono stati gli articoli dei giornali esteri. Il Times ha scritto della «Caduta di Silvio, l'Houdini italiano». Il New York Times ha raccontato il «Dramma di Berlusconi». Il Daily News ha titolato «Arriverderci Silvio!». L'olandese De Volkskran ha raccontato che «ora è una studentessa di 18 anni: per la signora Berlusconi la misura è colma». Il Cavaliere in volo verso la Capitale è furibondo: «Ma vi rendete conto? Mi vogliono far passare per pedofilo. È una cosa assurda, incredibile. Invece di raccontare tutto quello che ho fatto da quando sono al governo: i rifiuti, il terremoto, la crisi economica. Abbiamo affrontato tutto in modo tempestivo, immediato. E parlano delle fesserie private». Berlusconi pensa a una controffensiva anche sui media esteri. Interviste, dichiarazioni. «Spiegheremo la verità», insiste. Si parla di France 2. Poi anche di una trasmissione in Italia: «Vado». Tutti fanno cenno di no. Lui: «Ma avete visto che succede quando non vado io? Avete visto la Carlucci all'Infedele? Vado io e vado pure da Santoro». Testoni lo interrompe: «Allora meglio Vespa». Va bene, si comincia con Porta a Porta. Qualcuno gli chiede di Noemi, la diciottenne napoletana la cui festa - a cui ha partecipato Berlusconi domenica 26 aprile - ha scatenato la reazione di Veronica. La quale è arrivata a dire: «Mio marito frequenta le minorenni». Ecco, quella frase il premier ancora non l'ha digerita, continua a dire che è una follia, e rivela: «La mamma di questa ragazza ci ha fatto sapere che Noemi è vergine. È disponibile anche a farle fare un test da una giuria medica». Quella frase per Berlusconi è stata una dichiarazione di guerra: «L'ho detto anche ai miei tre figli», spiega ai fedelissimi riferendosi a Barbara, Eleonora e Luigi nati dal matrimonio con la Lario. Insiste: «Non c'è scelta: o si sta con me o contro di me». Il discorso scivola su lei, la signora. Lui continua a ripetere: «È sobillata». Non spiega da chi ma racconta: «C'è un giornalista di Repubblica che lei vede frequentemente. Io personalmente l'ho beccato quattro volte a Macherio», la villa nel Milanese dove vive Veronica con i figli. È un Berlusconi che ce l'ha un po' con tutti. Sa che sta per iniziare una campagna elettorale tosta, nel bel mezzo di più emergenze su fronti diversi. E nel mezzo ci si è messo anche Ignazio La Russa, candidato pure lui. Silvio non ci sta: «Gliel'avevo detto di non farlo. Niente. Ma che ci sta a fare in lista?». La Russa rischia di essere il terzo incomodo visto che il leader del Pdl spinge per sé e altre due candidate nella circoscrizione settentrionale-occidentale. E spiega ai suoi le direttive: «Bisogna votare la Comi e la Ronzulli al Nord. E la Matera al Sud. Mi raccomando, concentratevi su di loro. Non me ne frega nulla di avere cento, duecentomila voti in più. Io non ho più nulla da dimostrare».