Alemanno: "Roma è fuori pericolo"

Dai cassetti (e casse) vuoti all'arrivo in Campidoglio, alla lunga notte sugli argini del Tevere a Ponte Milvio, quando un'alluvione minacciò la Capitale per ventiquattr'ore, fino all'appoggio incondizionato del governo, prima con lo sblocco dei fondi di Roma Capitale e ora con il voto atteso da venti anni che concede finalmente a Roma lo status di Capitale, con autonomia finanziaria e normativa. Sono stati 365 giorni all'insegna di una sfida che oggi Alemanno può dire in parte vinta. «In un anno Roma è stata "messa in sicurezza", portata fuori dall'emergenza ereditata dalle precedenti giunte, anche grazie al governo più collaborativo della storia della Repubblica - ha sottolineato il sindaco -. Ora che la macchina è stata rimessa in moto, e in condizioni di svilupparsi, è il momento di voltare pagina». È finito, insomma l'anno zero, con il risanamento dei conti, alcune strategiche riforme, come quella del traporto pubblico locale e il riordino all'interno delle aziende capitoline. L'ultimo, proprio ieri, con il rinnovo del Consiglio di amministrazione di Roma Metropolitane, la società che si occupa della realizzazione delle nuove sotterranee. Fuori il presidente, Chicco Testa e il consigliere Vincenzo Gagliani Caputo, al loro posto, Giovanni Ascarelli e Sergio Gallo. Un tassello che ne completa altri, costruiti nell'arco di un anno per preparare quella macchina amministrativa che ora deve dare non solo risposte visibili, quanto piuttosto la realizzazione di quelle riforme strutturali che serviranno allo sviluppo economico e sociale della Capitale. Prima di tracciare il futuro, occorre però mettere un punto su questo primo anno e «voltare pagina», come lo stesso Alemanno ha esortato a fare, sotto diversi punti di vista. «I dieci impegni che avevamo preso li abbiamo mantenuti, dal piano di rientro e l'aumento del rating, alla legge per Roma Capitale che verrà votata in questi giorni, il Patto per Roma sicura, che oggi conferma il calo dei reati - sottolinea Alemanno - l'armamento della Polizia municipale e lo stop al parcheggio del Pincio, del quale sono molto orgoglioso. Ancora, la revoca all'appalto Romeo, la stabilizzazione di 1300 precari, la riforma del trasporto pubblico, la copertura dei finanziamenti per la realizzazione delle metropolitane, la Carta Bimbo per le famiglie e il piano nomadi». E se è proprio sul piano nomadi che Alemanno esprime rammarico, «avremmo voluto partire prima con il piano nomadi, già sei mesi fa - ammette - ma recupereremo nei prossimi mesi», è ora al futuro che occorre guardare, amministrativo e politico. Se l'alleanza con il Governo verrà ulteriormente rafforzata non solo con il voto del Senato su Roma Capitale, e quindi poteri speciali per Alemanno, ma anche con l'incontro in Campidoglio con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, «che verrà qui nei prossimi giorni - annuncia il primo cittadino - proprio per spiegare la riforma di Roma Capitale». Ancora, per il 12 maggio è previsto il rapporto della Commissione Marzano, «che proporrà progetti per la città sulle quali costruiremo un piano strategico per il futuro», ricorda il sindaco, che non manca di sottolineare lo sforzo, continuo e crescente sulle «periferie, ora che abbiamo risanato il bilancio, saremo in grado di avviare il piano per riqualificarle», promette. Si apre insomma, una nuova fase, nella quale, Alemanno stesso fa appello alla politica, a una collaborazione concreta che venga anche dall'opposizione. «A dispetto dei primi tempi, ora il rapporto con l'opposizione è diventato più collaborativo - spiega - e spero lo sia sempre di più, perché è quello che chiede la città». Il dado, in un anno, è stato tratto. Ce ne sono altri quattro per consegnare ai romani una città diversa e migliore. La sfida, dunque, è appena cominciata.